Nazismo
“I soldi di Hitler”: i segreti della seconda guerra mondiale
I carnefici stranieri di Hitler. Nazisti non tedeschi
Forse c’è anche una sorta di urgenza contingente, la risposta a un allarme non privo di fondamento – ahimé – nelle ricerche sul vastissimo fronte del collaborazionismo europeo in chiave militare in questo “I Carnefici stranieri di Hitler” (Garzanti) di Christopher Hale. Continue reading
“Notte inquieta”
È calata la notte, il buio scende sulle case, sulle persone, su una Europa che va verso la sua autodistruzione, in quel atroce “gioco alla guerra” del secondo conflitto mondiale. È la Notte inquieta (Marcos y Marcos, 2011) di Albrecht Goes, un uomo che quella guerra l’ha vista con gli occhi, gli occhi di un cappellano militare incapace di accettare quella pagina di storia.
Un cappellano che lascia il sacerdozio per diventare scrittore, a guerra finita. Un cappellano che racconta di un altro cappellano, di un cappellano che deve salvare l’anima di un condannato a morte.
A Proskurov, in Prussia, c’è un viavai di militari. Alcune figure indegne di vivere, altre incapaci di accettare. C’è anche chi si rifugia nella vodka, per non pensare.
Ma di chi è la colpa di questa follia?
L’assurdo di una guerra che i tedeschi sani devono capire che è meglio perdere. Che mondo sarebbe stato se avesse vinto Hitler?
In questa notte che non è notte – ci sono troppo anime che non possono dormire sonni tranquilli – un uomo deve morire perché ha tradito, un altro deve dire “sparate”, un altro deve dare l’estrema unzione. Un altro ancora vuole un attimo di felicità, una notte d’amore prima della tempesta. In un mondo di non uomini si vuole sentire uomo.
E anche il condannato a morte muore perché per sentirsi uomo, per raggiungere l’amore. Anche solo sfiorandolo.
Maledetta guerra, maledetta guerra di Hitler. L’aria di questa notte è pesante ma tra le pieghe spunta un po’ di luce.
C’è una lettera da scrivere, qualche addio da decifrare, da spedire, una giustizia da raggiungere.
E la giustizia è fatta di parole, pensieri, di abbracci, di voci, di ricordi che vivranno sempre.
Notte inquieta è un inno alla speranza, uno sguardo profondo unito ad uno stile lirico, meravigliosamente orchestrato, un volume prezioso per raccontare una barbarie con la voce di chi non ha voluto piegarsi, di chi non si è arreso, di chi ha creduto, a ragione che l’umanità non poteva finire in una di quelle notti.
Albrecht Goes è nato nel 1908 a Langenbeutingen, ha studiato teologia ed è stato ordinato pastore protestante nel 1930.
Ha prestato servizio come cappellano militare durante la Seconda guerra mondiale, e nel 1953 ha deciso di lasciare il sacerdozio e dedicarsi alla scrittura.
È morto a Stoccarda nel 2000.
Figura eclettica di teologo e libero pensatore, ha pubblicato opere poetiche e in prosa. Da Notte inquieta, la più famosa, tradotta in diciotto lingue, sono stati tratti un film e uno sceneggiato televisivo per la bbc.
Autore: Albrecht Goes
Titolo: Notte inquieta
Editore: Marcos y Marcos
Anno: 2011
Pagine: 124
Prezzo: 10 Euro
La scheggia d’obice
Si narra, ma solo grazie alla testimonianza di Maurice Leblanc, che Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, partecipò alla prima guerra mondiale. Prova diretta di questa fonte la troviamo proprio nel romanzo “La scheggia d’obice” (Excelsior 1881, 2011) dove il nostro beniamino non la fa da protagonista ma avrà come sempre un ruolo di estrema importanza, consegnando al giovine protagonista Paolo Delroze la chiave di apertura del mistero in cui è avvolto.
Dovere di ricordare
«È possibile essere nazisti, in maniera praticamente inconsapevole, anche in un Paese democratico»: ecco il punto di partenza del quarto libro di Laura Tussi, “Il dovere di ricordare” (Aracne, 2010). Tussi è un’autrice che si occupa quotidianamente delle tematiche della deportazione e dello sterminio degli Ebrei durante la Seconda guerra mondiale, nell’ambito della sua opera di animatrice di eventi culturali presso enti e scuole. Continue reading