Una famiglia priva di un figlio di buona donna rischia di non essere abbastanza interessante, per chi scrive e per chi legge. Non so se è stato questo il pensiero che ha mosso Marilynne Robinson a proseguire il racconto di Gilead, con questo “Casa“ (Einaudi), quasi un romanzo da camera se non fosse che ogni occasione è buona per mandare la storia avanti e indietro fuori dalle mura in cui si svolge.
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