“Venezia, si dice, ha la forma di un pesce. E come un animale marino si muove nella laguna, scende sott’acqua ma riemerge per respirare, osserva curiosa e avida i turisti che avanzano armati di maschere e fotocamere, pronta a ritrarsi come un pagura nel guscio“. Sono le parole di Paola Cantù in “Venezia doppia” (Edithion Leonhardi, 2008), scritto insieme a Italo Testa e Uwe Israel. Continue reading
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