Isabella Mattazzi con i quattro studi compresi ne L’ingannevole prossimità del mondo (Arcipelago, pagine 154, euro 10) s’interroga sulle forme dell’immaginario romanzesco occidentale. Dal settecentesco Tiphaigne de la Roche (autore di un romanzo visionario, Giphantie, nel cui racconto di un “viaggio meraviglioso” sembra affacciarsi l’idea moderna di una percezione non esente dall’apporto delle macchine), al romantico E.T.A. Hoffmann, dal Potocki del Manoscritto trovato a Saragozza (sul quale Mattazzi ha già lavorato in passato) a Calvino, illibro traccia un’interessante mappatura di specole attraverso cui la narrativa moderna ha interrogato il mondo. Tratti convergenti: acutezza problematica dello sguardo, implicazione del linguaggio nell’osservazione, inafferrabilità (o inesistenza) di un ordine compiuto. Continue reading