Piccolo romanzo sarcastico, livoroso, arrabbiato (ma che sa far ridere): “Aspetta primavera, Lucky” (Edizioni Socrates, 2011) di Flavio Santi, è la messa in scena impudica di un io che non ce la fa più, di cui si può dire con ragionevole certezza che si è rotto i maroni di sopravvivere a stento, di essere trattato come l’ultimo dei fessi in un paese, il nostro, che disprezza profondamente la cultura dichiarandolo con le parole e i fatti.
Flavio Santi