Forse c’è anche una sorta di urgenza contingente, la risposta a un allarme non privo di fondamento – ahimé – nelle ricerche sul vastissimo fronte del collaborazionismo europeo in chiave militare in questo “I Carnefici stranieri di Hitler” (Garzanti) di Christopher Hale. Continue reading
Fascismo
“L’Umbria in camicia nera”. Intervista a Leonardo Varasano
È con piacere che intervistiamo Leonardo Varasano – giornalista, studioso e “perugino d.o.c.” – per quanto riguarda l’uscita del volume “L’Umbria in camicia nera” (Rubbettino, 2012). Continue reading
Camilleri in anteprima: “Dentro il labirinto”
Diciamoci la verità, Dürrenmatt ha ribaltato la prospettiva del labirinto: “luogo dell’azione, un labirinto di specchi che riflette immagini all’infinito”.
Immagini, immagini e ancora immagini. È da qui che parte Andrea Camilleri nel suo ultimo, interessantissimo, lavoro. Le immagini sono quelle di Edoardo Persico, una delle figure più affascinanti del primo novecento italiano.
“La cognizione del dolore”
Come ha precisato Gadda in una sua intervista RAI il titolo “La cognizione del dolore” (Garzanti, 2010) va inteso letteralmente: “cognizione” è quel procedimento conoscitivo che porta ad una determinata nozione. Un procedimento che può apparire amaro, lento, sofferto e può passare attraverso esperienze atroci della realtà. Un titolo che ha in sé un insegnamento morale ed è lontano da ogni sorta di felicità o illusione.
Si arriva al nucleo della storia passando per una descrizione dettagliata del Maradagàl, un paese sudamericano inventato, reduce da una guerra aspra con il Parapagàl. Un artificio che non nasconde nulla, nemmeno gli elementi più apertamente autobiografici. Gadda vuole “intorbidare le acque” ma sono evidenti i riferimenti al nostro paese, al suo privato e il suo Gonzalo non è altro che un alter ego di Carlo Emilio. Un uomo che non sente l’affetto di sua madre, che non ha conosciuto realmente la guerra, come il fratello morto, e cova dentro rancore. Si trova a raccontare il suo dramma esistenziale, a tratti, al suo dottore, non sopporta la bontà della madre verso i servi che si comportano da parassiti irriconoscenti e soffre una solitudine che non ha eguali.
Gadda non rinuncia all’ironia, sempre presente come negli altri suoi lavori, ma non ammicca al lettore, alcuni passaggi sono ostici e lirici, anche per via di un melange linguistico che unisce spagnolo, italiano e, a tratti, napoletano. Non c’è narrazione in prima persona, non è presente una classica confessione diaristica. C’è solo un meccanismo ben articolato, preciso, congegnato, che non lascia spazio ai sentimenti incentrandosi prettamente sullo stile, spesso volutamente artificioso e forzato.
Pubblicato a puntate tra il 1938 e il 1941 sulla rivista “Letteratura”, “La cognizione del dolore” fa la sua comparsa nelle librerie solo nel 1963 ed è, oggi, considerato come uno dei libri più importanti del Novecento italiano. Questa ristampa può essere un’occasione importante per conoscere un grande scrittore e un titolo fondamentale.
Carlo Emilio Gadda oltre a “La cognizione del dolore” è autore anche di “L’Adalgisa” e “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”. L’intera sua opera è raccolta nella prestigiosa edizione curata da Dante Isella nei volumi della collana Garzanti Novecento.
Autore: Carlo Emilio Gadda
Titolo: La cognizione del dolore
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 12 euro
Pagine: 210
“La democrazia in Italia” in un saggio edito da Cronopio
Il Pasticciaccio di Gadda nella nuova ristampa Garzanti
“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (Garzanti, 2011), il romanzo più famoso di Carlo Emilio Gadda, non è un tipico giallo dalla trama avvincente. In realtà, non rientra proprio negli archetipi della narrativa ma nell’alveo, ben più consistente, della letteratura. Letteratura della Parola, a dispetto della convenzionalità della storia. Il Pasticciaccio è un romanzo d’abbandono in cui il racconto, frammentato, iperbolico, dilatato a dismisura, viene colorato dai vari dialetti, dal turbinio di lingue diverse, italiane, che vanno a denotare i personaggi e a detonare nel “botto” finale, in-aspettato, che sembra quasi redarguire il “parolaio” Gadda prima del completo abbandono descrittivo. Continue reading
Eccetto Topolino: fascismo e fumetti
Eccetto Topolino (Lo scontro culturale tra Fascismo e Fumetti), volume di grande formato, ricchissimo di illustrazioni a colori e in bianco e nero, lettere, circolari, interviste, veline di regime, edito da Nicola Pesce Editore, firmato da tre autori, Leonardo Gori, Sergio Lama e Fabio Gadducci, è uno studio serissimo, una ricostruzione capillare di una vicenda storica significativa della storia culturale italiana.
Non casualmente il lavoro è promosso da uno storico come Mimmo Franzinelli che del fascismo è uno studioso attento, sensibile anche a tematiche di solito non troppo frequentate dagli storici accademici, come quelle delle culture pop. Scrive nella sua breve introduzione: “Questo fondamentale libro […] resterà negli annali del fumetto italiano come l’opera che ha segnato il passaggio dall’interesse collezionistico alla ricostruzione storica.”
Tre sono sostanzialmente le zone investigate dagli autori, mossi dall’obiettivo di esaurire la lettura di una vicenda meno semplice di quanto non si possa immaginare. Le fortune e le cadute difformi del fumetto americano in epoca fascista erano provocate da più fattori. Intanto, i tre studiosi hanno fatto i conti con lo sviluppo del mercato editoriale dell’epoca, dall’esperienza di Nerbini, considerato “il vero padre fondatore del fumetto in Italia”, a Mondadori; il secondo aspetto verte sull’incontro-scontro degli editori che intrecciavano le loro ragioni e interessi con quelle del regime, e del suo massimo ufficio culturale, il Ministero della Cultura Popolare (con un’insinuante presenza di fattori privati legati a predilezioni particolari di uno o l’altro esponente del fascismo); infine, viene investigato il ruolo non secondario giocato in questa complessa partita dalle agenzie di stampa americane.
Ricostruzione seria vuol dire utilizzo degli archivi, nel caso specifico quello di Guglielmo Emanuel (dopo la seconda guerra direttore del Corriere della Sera), e degli Archivi di Stato. Importante il ruolo di personaggi di non secondo momento come Cesare Zavattini, o del filosofo Gentile, nonché la presenza tutt’altro che occulta e immancabile della Chiesa Cattolica, sempre pronta ad allungare le mani sui processi pedagogici della gioventù italiana, che allestisce da par suo un periodico gradito al fascismo, Il Vittorioso, che nel nome come spesso accade chiude in cifra il destino della sfida nella fase terminale della dittatura decisa a sfasciare il paese.
In linea generale, possiamo parlare di un primo periodo in cui la ricettività non è priva di contraddizioni – Topolino appare in edicola nel 1932 Topolino – ma che impone il fumetto come uno dei luoghi privilegiati della cultura di massa (assieme alle riviste illustrate e alla stampa sportiva).
Lo scarto radicale vi sarà nel 1938, ma anche da quel momento in avanti non si può parlare di censura pura e semplice. Ché, giusto il titolo, se i comics americani cominceranno ad avere vita dura in Italia, un’eccezione verrà fatta per Walt Disney, segnatamente per le vicende legate al topo più famoso della storia.
La leggenda vuole che Mussolini in persona si fosse opposto all’idea di sopprimere Topolino. Cosa non semplice, marcandosi con gli anni una distanza sempre più netta fra l’ideologia fascista e certe istanze roosveltiane adombrate nel fumetto. Ma anche Gentile, e Ciano, non convergono del tutto con l’acribia censoria del Minculpop, un po’ come accadeva con il bigotto ostracismo verso il jazz e i gialli (il pericolo di innamorarsi di un gangster…). A un passo dalla dichiarazione di guerra degli Stati Uniti, la situazione precipita. La cosa curiosa è con Badoglio il bando verrà confermato. Non ne raccontiamo lo svolgimento, perché il libro merita una lettura completa: si potrà scoprire come persino le vicende private, familiari dei gerarchi potranno influenzare le sorti di questo scontro.
Autori: Leonardo Gori, Sergio Lama e Fabio Gadducci
Titolo: Eccetto Topolino (Lo scontro culturale tra Fascismo e Fumetti)
Editore: Nicola Pesce editore
Pagine: 432
Prezzo: Euro 35