“Poletti usa, con maestria, l’intreccio tra realtà e mistero, psicologia e filosofia: rivivono le atmosfere dell’Ottocento, si affaccia l’amato Baudelaire; ma ci sono anche i segni di questi tempi: le inquietudini, le scelte definitive, l’angoscia esistenziale, la paura del “vuoto” sociale e culturale“. Così il noto giornalista sportivo Darwin Pastorin descrive la scrittura di Ugo Poletti che in “Il cielo piegato” (Edizioni Prestige, 2008) mostra tutto il suo acume letterario.