“Italiano errante” e “uomo di mare, di commerci” (definizioni fatte in casa, da sé) Giovanni Comisso, “nipotino” spudorato di D’Annunzio, non a caso invaghito anch’egli dell’impresa fiumana, da essa prese le mosse per raccontarne ne “Il porto dell’amore” (Longanesi, 2o11) più che le gesta eroiche non sempre attendibili, i languori, l’iperestesica disponibilità al piacere, l’erotismo diffuso e proteiforme.
D’Annunzio