Chi conosce la biografia di Richard Yates, “uno dei grandi scrittori meno famosi d’America“, lo associa alla figura un po’ stereotipata dell’artista novecentesco descritta da Enrico Gregorio: “propensione all’alcool, barba e isolamento volontario sia culturale che sociale da un mondo che disprezzava. Per non parlare della povertà e dei problemi polmonari degni del Dostoevskij messo peggio“.
Bugiardi e innamorati