Uno non se lo immagina– o forse sì? –che una lezione di stile, di sguardo, di cosa possa essere oggi letteratura, possa dargliela non uno scrittore, ma un tizio che è un professionista sì, ma d’altro – di ceramica nel caso, e persino un talento, pare, nel suo mestiere.
Letteratura Straniera
“Il giardino dorato” nelle memorie di Harry Bernstein
Il cuore orgoglioso di Jane Eyre edito per Garzanti
Facciamo finta che non sia successo niente
Ci sono libri che, con ironia e leggerezza, riconciliano con il mondo. Uno di questi è “Facciamo finta che non sia successo niente” (Giunti), di Maddie Dawson, che dai lavori più disparati svolti prima di dedicarsi alla scrittura ha tratto ispirazione per le sue storie. Racconta le vicende di Annabelle, una donna in crisi, nonostante un matrimonio apparentemente felice che per trent’anni ha fatto di lei il punto di riferimento del quartiere, le ha dato stabilità, la certezza di un marito fedele e due figli, Sophie e Nick, entrambi ormai lontani da casa.
L’Israele di Kenaz
Non è uno scrittore molto noto in Italia, il settantaquattrenne israeliano Yehoshua Kenaz, autore dei racconti contenuti in “Appartamento con ingresso nel cortile”, tradotto come altri suoi libri da Giuntina. Certo molto meno noto della classica triade Oz, Grossmann, Yehoshua. Non lo traduce del resto un colosso editoriale, ed è legato a una percezione sbilanciata di scrittore non modernissimo perché narratore più di caratteri che di storie, più di riflessioni interiori che di azione.
“Il conquistatore del mondo”: Gengis Khan per Adelphi
Cuori cinesi
Nel romanzo “Fiore di neve e il ventaglio segreto” di Lisa See (Longanesi 2011) traduzione di Federica Oddera, la protagonista Giglio Bianco “una vedova di ottant’anni” scrive: “ho una vita intera da raccontare; non ho nulla da perdere e rischio di offendere ben poche persone”. Nella Cina rurale del XIX Secolo Giglio Bianco era venuta al mondo nel 1823 “nel terzo anno di regno dell’imperatore Dao Guang, il quinto giorno del sesto mese lunare” nel villaggio di Puwei nella contea di Yongming, quella del Fulgore Perenne.
Bugiardi e innamorati nell’America di Richard Yates
Chi conosce la biografia di Richard Yates, “uno dei grandi scrittori meno famosi d’America“, lo associa alla figura un po’ stereotipata dell’artista novecentesco descritta da Enrico Gregorio: “propensione all’alcool, barba e isolamento volontario sia culturale che sociale da un mondo che disprezzava. Per non parlare della povertà e dei problemi polmonari degni del Dostoevskij messo peggio“.