Brand’s Haide di Arno Schmidt (Lavieri, 2011) è un testo, che mi piacerebbe portare all’attenzione dei teatranti e dei registi, di uno scrittore ancora troppo sconosciuto che ha sperimentato una scrittura del/al limite che trascende la pagina scritta. Siamo nella Germania del 1946, Schmidt scampa miracolosamente al peggio e trova rifugio in un piccolo paesino ospite di un’insegnante della scuola locale. Qui comincia delle ricerche su Fouqué, uno scrittore del romanticismo su cui sta scrivendo una biografia. Continue reading
Narrativa
Arno Schmidt e una proposta per il teatro
“Cose da pazzi” per Einaudi. Palermo nel quotidiano
Evelina Santangelo (di cui mi piace ricordare la cura di un libro straordinario come Terra matta) scrive con Cose da pazzi (Einaudi) un romanzo fitto fitto sulla città di Palermo.
Topol e l’Officina del diavolo
Il nome che hanno utilizzato per lui – la critica sente sempre il bisogno di farlo – è Hrabal. Che è un riferimento impegnativo, evidentemente, trattandosi dell’autore più importante del secondo novecento ceko. Non so, certo Jachym Topol si difende benissimo. Ancora in banale metafora, attaccando. Sì perché L’officina del diavolo, breve ma esuberante romanzo tradotto da Zandonai, è un fiume in piena di invenzioni e funamboliche ricostruzioni di un mondo impazzito: nella realtà storica e nella sua delirante, raccapricciante rappresentazione successiva.
“Credevo bastasse amare”
Ci sono libri che scivolano sulle dita quasi indifferenti e libri che trasudano emozioni dalla prima all’ultima pagina, lasciando nell’anima traccia indelebile del loro passaggio. “Credevo bastasse amare“, romanzo-verità che segna l’esordio di Alessio Masciulli, appartiene a questa seconda categoria. E’ la storia, reale, di un amore spezzato da una tragica fatalità e del faticoso percorso intrapreso dall’autore verso la riconquista di una serenità interiore. La storia comincia qua, su una piazza di questa città ai confini del mare. Pescara. Una sera di giugno 2006. Continue reading