Il romanzo “L’assassinio lento di Pasolini” (Aragno, 2011) si propone di ricostruire gli eventi che portarono alla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, e le indagini che ne seguirono, con tutto il loro carico di ambiguità, omissioni, vicoli ciechi, silenzi. Si tratta di un esperimento di “letteratura-realtà”, ovvero del tentativo di romanzare fatti di cronaca, concedendo poco all’immaginazione. Continue reading
Author: Valentina Presti Danisi
Story selling
“Story selling” (Etas), si pone come un manuale di tecniche narrative volte alla vendita di se stessi al pari di un brand. O, come recita il sottotitolo, si illustrano “strategie del racconto per vendere se stessi, i propri prodotti, la propria azienda”. Continue reading
Nel cuore della notte
Le strane abitudini del caso. Una raccolta “incantata”
“S’era incantata la Città, e nessuno ricordava quando”. Con il racconto “La città incantata” si apre la raccolta “Le strane abitudini del caso” (Scrittura & Scritture, 2011) di Giuseppe Pompameo. Continue reading
Il momento perfetto
Il romanzo di formazione “Il momento perfetto” (Pendragon, 2011) non brilla né per originalità né per potenza narrativa né per carica emotiva. È un libro nella media, scritto ragionevolmente bene, ma faticoso da seguire a causa dei tempi morti e delle cadute nel banale e nel retorico. L’ambientazione negli anni Sessanta è resa tramite meri riferimenti didascalici, che non rendono giustizia al clima dell’epoca.
Le donne sono superiori?
Buone intenzioni ma scarso contenuto: così si può descrivere in breve il libro “Sulla naturale superiorità delle donne” (Tarantola, 2010). Il sano proposito di promuovere l’apertura al “diverso”, e di illustrare come “comprendere le diversità sia più un guadagno che una perdita”, viene pesantemente penalizzato dalla superficialità con la quale viene trattato il tema del rapporto tra i sessi.
Nessuna telefonata sfugge al cielo
Venticinque piccole storie notturne e un narratore d’eccezione in “Nessuna telefonata sfugge al cielo” (Aragno, 2011). Quale posizione migliore di quella di Ermes, dio dei traffici e dei passaggi, per origliare discretamente cosa avviene quando ogni luce è spenta e, nel buio, si muovono gli individui più bizzarri, si creano le trame e gli intrecci più sorprendenti.
È colpa di chi muore
L’atmosfera di “È colpa di chi muore” (Il Maestrale, 2011) è quella cupa e sospesa di un nubifragio che dura da giorni, ma che sembra eterno. In questa dimensione liquida, un giovane vede fluire tutto il suo passato doloroso, mentre affronta il momento peggiore della sua vita. A trentasei ore dal suicidio della madre, Ivan tira le somme della sua giovane esistenza, trascorsa a inseguire il fantasma di lei da una parte, e a prendersi cura del padre malato dall’altra. Continue reading