I giudizi di Christopher Duggan contenuti ne “La Forza del Destino. Storia d’Italia dal 1796 ad oggi“, pubblicazione laterziana oggi nella collana Robinson dopo la precedente uscita nel 2007, sono spesso così severi nei confronti di questo nostro tristo paese, che lo storico inglese si è a sua volta guadagnato la cattiva fama di autore convenzionale e inadeguato, fin troppo dentro la tradizione storiografica anglosassone che ci riguarda.
Author: Michele Lupo
Oltre la vendetta
Che la cinematografia asiatica (ci si perdoni l’approssimazione, peraltro legittimata dall’uso che ne ha fatto un esperto quale Dario Tomasi in due libri recenti) negli ultimi anni sia stata spesso la più interessante sulla scena mondiale di un’arte altrimenti agonizzante quale sembra essere ormai il cinema, è per chi scrive fuori discussione. Il cinema coreano in particolare vi ha giocato un ruolo non certo di secondo piano.
Le Stanze nascoste di Derek Raymond
Franchi su Lankelot ha scritto che “Stanze nascoste“, libro di Derek Raymond traduzione per Meridiano Zero di Federica Alba e Pamela Cologna, è “un ibrido tra un memoir, un potente trattato di estetica e genetica del noir e un pamphlet etico-politico.” La definizione plurale rende giustizia di un libro in cui il noir è al centro delle riflessioni però addensate con puntigliosa acribia su argomenti disparati, dai ricordi di famiglia ai ritratti archetipici di figure umane decisive per comprendere l’essenza del noir stesso, e non poche considerazioni sull’asprezza dell’esistenza.
Gli allegri indiani di Wilcock. Un arguto argentino
Un libro inclassificabile: “I due allegri indiani” di Juan Rodolfo Wilcock, ristampato (da un titolo del 1973) da poco dalla milanese Adelphi. Un testo che è soprattutto, per il lettore, una fonte continua di divertimento. Continue reading
Santi e gli operai-intellettuali
Piccolo romanzo sarcastico, livoroso, arrabbiato (ma che sa far ridere): “Aspetta primavera, Lucky” (Edizioni Socrates, 2011) di Flavio Santi, è la messa in scena impudica di un io che non ce la fa più, di cui si può dire con ragionevole certezza che si è rotto i maroni di sopravvivere a stento, di essere trattato come l’ultimo dei fessi in un paese, il nostro, che disprezza profondamente la cultura dichiarandolo con le parole e i fatti.
Giuseppe Pederiali e Il Ponte delle Sirenette
Milano e non solo raccontata dagli anni Venti agli anni Ottanta del secolo scorso, un fondale che conosce l’occupazione nazista e la guerra, anche quella che si fanno privatamente gli uomini, non la migliore delle specie viventi probabilmente, un romanzo, “Il Ponte delle Sirenette” (Garzanti, 2011), che lo stesso autore, Giuseppe Pederiali, ha definito “ottocentesco”, e quindi continuamente oscillante fra il piano storico e quello delle piccole grandi vite di suoi protagonisti.
Dostoevskij e la tradizione
“Dostoevskij e la tradizione” (Stilo editrice, 2011) a cura di Marco Caratozzolo: una raccolta di saggi dedicati a uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi tenuti insieme non da pretestuose necessità editoriali, ma dal tema ricorrente della tradizione alla luce di alcune variazioni prospettiche in essa provocate dallo sguardo di Dostoevskij: questo il senso del libro in esame.
Non abitiamo più qui
“Non abitiamo più qui” (Mattioli 1885), trittico di racconti leggibile come un romanzo non lineare, è stato tradotto in italiano nel 2009 ma vale la pena parlarne ancora (peraltro si tende a fare con i buoni libri quello che si fa con il resto: si butta via tutto in fretta e si passa ad altro, la qual cosa denota che non si è capito nulla proprio della letteratura, che se ne infischia della cronaca e quando è buona lavora su tempi lunghi e oltre – altrimenti perché dovremmo ancora leggere Eschilo o Petronio? Continue reading