Sono nove storie quelle raccolte in “Meridione d’inchiostro. Racconti inediti di scrittori del Sud” da Giovanni Turi per la Stilo Editrice di Bari. Nove storie per nove scrittori (in netta prevalenza le presenze pugliesi), diversi fra loro, per generazione, poetiche e stili.
Author: Michele Lupo
Ti ucciderò, mia capitale. Manganelli inedito
Di scrittori così non ne nascono a dozzine, magari di imitatori sì, ma questo è un altro discorso. Hanno scritto che per gli estimatori appassionati di un autore grandissimo come il sulfureo Manganelli trovarsi fra le mani degli inediti fa un certo effetto. Continue reading
Exit Music, storia dei Radiohead
Il gruppo certo più importante degli ultimi 15 anni. Ad avviso personalissimo di chi scrive, uno dei tre o quattro decisivi della storia rock (qualsiasi cosa esso significhi), almeno di quella più concettuale, artistica (assieme ai Can, ai Cluster, ai Pink Floyd fino a Meddle). Stiamo parlando di “Exit Music – La storia dei Radiohead” (Arcana 2011), un libro documentatissimo su una band di fuoriusciti potenziali, e invece, per fortuna, musicisti geniali. Continue reading
L’alcool, il proibizionismo e due libri belli
Due libri di cui non si è troppo parlato e vorremmo farlo ora. Due libri di un editore che ne fa di splendidi, Mattioli1885, legati da un insospettabile filo rosso. Il primo. L’autore si chiamava Harry Goldberg, o forse, secondo altri, David Aaronson, ma si firmava Harry Grey. La malavita l’aveva conosciuta da vicino. Bazzicata in proprio, diciamo. Poi si decise a scriverne. Continue reading
L’invenzione della scrittura
Louis Godart, professore di Filologia Micenea all’Università di Napoli “Federico II”, Accademico dei Lincei, e molte altre cose, ricostruisce ragioni e modalità e conseguenze dell’invenzione fondativa dell’uomo (o almeno, di una certa idea dell’uomo): la scrittura. Antiche civiltà dell’Egeo. Creta e la Grecia continentale come scenari originari. Ma anche Anatolia, ittiti, popoli mesopotamici. L’Egitto. Il grande Mediterraneo di cui siamo ancora figli forse inconsapevoli, insomma.
Ghelli, il racconto reinventato
Simone Ghelli ha scritto un libro insolito. “L’ora migliore e altri racconti” (Il foglio letterario, 2011) difatti sono tali (almeno alcuni di essi) solo derogando alla poliziesca o mercantile mania di classificare qualsivoglia testo venga messa in commercio prima ancora che questo accada: gli editori ne sanno qualcosa, presi dal panico di non vendere gli oggetti desueti che qualche buontempone pur provvisto di talento si ostina a sottoporgli.
L’esordio di Dan Vyleta con L’uomo di Berlino
Il paesaggio, per dir così, di una città come Berlino appena successivo alla catastrofe della seconda guerra mondiale è un motivo di fascino noto. Non v’è chi non sia stato emotivamente coinvolto, fors’anche soggiogato dai lugubri documentari russi girati fra le rovine di una città tragica e terribilmente affascinante. Il luogo, il periodo del romanzo d’esordio di Dan Vyleta, sono quelli. “L’uomo di Berlino“, (Longanesi, 2011) offre lo stesso continuum grigio eppure ricco di gradazioni sulla stessa tonalità che le immagini storiche hanno sedimentato nella nostra memoria.
Philip Roth e la Nemesi del più grande
Sono trenta, credo. Trenta romanzi per il più grande scrittore vivente. Che ha scritto alcuni fra i libri più belli di tutti i tempi, alcuni ottimi romanzi e anche qualche noioso sermone o fiacca ripetizione del già scritto tante altre volte prima e meglio. Negli ultimi anni – ne ha settantotto – proprio allegrissimo non sembra: torna di continuo sulla malattia, il dolore, la solitudine, la morte. Lo fa anche in “Nemesi“ (Einaudi, 2011), l’ultimissimo libro.