Torna The Paris Review. Letteratura formato rivista

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Dopo il libro di interviste di qualche mese fa, procede la pubblicazione da parte di Fandango dei volumi della “Paris Review”, rivista che ha ospitato in più di mezzo secolo centinaia di racconti e interviste dei migliori scrittori in circolazione. Il progetto prevede otto titoli complessivi. Continue reading

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La società eccitata di Türcke

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Da “impressione sensibile o percezione” a “ciò che attrae su di sé magneticamente la percezione: lo spettacolare, lo sconvolgente, il sensazionale”. Questo il passaggio semantico della parola “sensazione” descritto in avvio del saggio di Christoph Türcke La società eccitata. Filosofia della sensazione (Bollati Boringheri). Türcke è studioso tedesco ma il discorso che fa sulla sua lingua vale anche per il mondo anglosassone e per la lingua italiana.

Dalla percezione sensoria in sé si è slittati via via verso un’enfasi che pretende dalla sensazione una consegna sempre più accesa, penetrante, acuminata. L’eccitazione costante è una specie di regime psicologico che determina un aumento inconsapevole o “programmatico” (lo sanno bene l’informazione e la pubblicità, ma anche i terroristi) delle dosi di “stupefacenti”, metaforicamente ma non troppo intesi: il “sensazionalismo” non è l’eccezione ma la norma della nostra epoca, l’unico modo pare di tenere testa alla generale irrequietezza e agitazione di fondo in cui sembra franato il mondo postindustriale.

In questo stato d’allarme la ricerca dell’oltranza è una specie di condizione alla quale non possiamo sottrarci: come il bisogno di una dose sempre maggiore pei i tossici, per non soccombere alla progressiva acquiescenza agli stimoli. La tesi di Türcke è che se la saturazione ha prodotto modificazioni nel profondo delle strutture neuro-cognitive, tale slittamento ulteriore al regime dello spettacolo a suo tempo magistralmente decrittato da Guy Debord, avrebbe in realtà una storia più lontana.

Dal Rinascimento alla Rivoluzione francese si sono messi in moto processi che hanno via via spostato in avanti il livello di eccitabilità. Man mano si è alzata la soglia del percepibile fino a giungere questo stato di sovreccitazione perenne in cui consiste la “società della sensazione”. Lo scarto, rispetto a Debord, è più quello dell’interprete però che quello delle cose, del mezzo secolo trascorso nel frattempo (il giudizio adombrato sulla creatività dei pubblicitari considerati come i migliori scrittori del nostro tempo pare il frutto tardivo di una stagione post-reaganiana che preferiremmo stramorta).

Per Türcke, Debord avrebbe ingenuamente creduto che smascherando il velo dello spettacolo delle merci si sarebbe più agevolmente riguadagnato il terreno di una conoscenza migliore della macchina capitalistica. Secondo lui invece, lo spettacolo non sarebbe il velo del capitalismo ma “la sua pelle”. Ciò che imporrebbe nuovi strumenti di lettura. Attraverso i quali scoprire per esempio che il movimento verso la condizione odierna è anche un inaspettato rivolgimento all’indietro. Come nella preistoria l’apparato sensoriale si andava strutturando attraverso “sensazioni primarie che scuotevano fin dentro le ossa”, così oggi lo shock audiovisivo, martellante, invocato, imprescindibile, azzarda di spostare l’intera vita sociale verso “un’epifania del sacro”. Nient’altro ci direbbe per esempio la possibilità di esperire la morte (altrui) in diretta – effetto non preventivabile dell’assuefazione. O pratiche come il piercing.)

Studio non facile, sistematico, costruito secondo un modello retorico tipico di certa tradizione tedesca che assume nel proprio discorso il punto di vista antitetico, a volte sottraendo limpidezza all’argomentare nel suo complesso. Di sicuro è un modo, l’acribia ragionativa, per cercare una tregua al tellurico vortice delle sensazioni.

Autore: Christoph Türcke

Titolo: La società eccitata. Filosofia della sensazione

Editore: Bollati Boringhieri

Anno: 2012

Pagine:  392

Prezzo: Euro 43.00

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Ecco il nuovo David Bezmozgis: “Il mondo libero” (Guanda)

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Forse un lettore romano potrebbe risentirsi. Perché se se lo dice da solo è un conto, se viene a dirglielo un lettone trapiantato in America, che la sua invero strarotta città è sporca da far schifo… Continue reading

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Topol e l’Officina del diavolo

topolIl nome che hanno utilizzato per lui – la critica sente sempre il bisogno di farlo – è Hrabal. Che è un riferimento impegnativo, evidentemente, trattandosi dell’autore più importante del secondo novecento ceko. Non so, certo Jachym Topol si difende benissimo. Ancora in banale metafora, attaccando. Sì perché L’officina del diavolo, breve ma esuberante romanzo tradotto da Zandonai, è un fiume in piena di invenzioni e funamboliche ricostruzioni di un mondo impazzito: nella realtà storica e nella sua delirante, raccapricciante rappresentazione successiva.

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Malone, la scrittura e il niente. Il genio di Beckett

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Scrive Malone, non fa altro, lui che dovrebbe morire, e in effetti è lì lì per farlo, per lasciarci definitivamente, scrive e la tira per le lunghe, lui, pure non troppo fiducioso nel valore della lingua, in un luogo che non sa bene nemmeno lui cosa sia.

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Bolaño postumo

i-dispiaceri-del-vero-poliziottoChe le trame nei romanzi di Bolaño (ecco un lascito postumo dal titolo “I dispiaceri del vero poliziotto”Adelphi) siano se non elusive tutt’altro che lineari, indifferenti a un’idea ortodossa del plot (benché si tratti di storie, sia chiaro, di personaggi che non smettono di chiacchierare, scopare, congetturare, spostarsi da una parte all’altra del mondo) è noto.

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Friedrich Nietzsche e gli ebrei. Una questione cruciale

nietzsche-e-gli-ebreiLo spirito tedesco è aria viziata per me” scrisse da qualche parte Friedrich Nietzsche. Da tenere a mente per entrare nel vivo del libro “Nietzsche e gli ebrei” (Giuntina, 2011). Continue reading

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Due saggi sul potere

lc2b4invenzione-della-virilitaDue saggi diversissimi, per tema, impostazione, struttura eppure imparentabili da un denominatore comune per così dire iper-classico: il potere. L´invenzione della virilità. Politica e immaginario maschile nell´Italia contemporanea, Carocci, pagg. 182, euro 17) di Sandro Bellassai e Suggestione. Potenza e limiti del fascino politico (Bollati Boringhieri) di Andrea Cavalletti. Continue reading

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