Nuova raccolta di poesie per Stefano Giovinazzo, capace ancora una volta, con “Il sorriso di Godot” (Edilet, 2011), di aprirci una finestra sul suo universo di “parole e emozioni”. L’approccio lirico si tramuta pian piano in un disegno tracciato a lapis sulla superficie vischiosa della quotidianità. Sprazzi di colore si moltiplicano fino a diffondersi nel cuore e negli occhi del lettore, dimostrando di fatto la capacità indiscutibile di dire molto con le parole più semplici. Continue reading
Author: Matteo Chiavarone
“Dove eravate tutti” di Di Paolo. Dove siamo stati noi?
A volte capita di leggere un libro di un amico su un treno che corre verso Torino, a volte capita che quell’amico è Paolo Di Paolo, una delle grandi promesse della narrativa italiana, a volte queste promesse si mantengono e si inizia a pensare “beh, è diventato davvero bravo”. Continue reading
“La mia storia” per Skira. Monet si racconta
La rivolta e il mito di Giap
Mi ci voleva un circolo di lettura per farmi leggere “Masse armate ed esercito regolare“, il “mitico” pamphlet dello stratega Giap, simbolo della lotta impari ed eroica del popolo vietnamita, ripubblicato, con scritti di Luciano Canfora (direttore della collana “Histories”) e Tommaso De Lorenzis, da Sandro Teti Edizioni, coraggiosa e storica casa editrice romana.
Alessandro Vilignano: un maestro italiano in Asia
Di Asia in questi tempi si parla moltissimo. Per tanti motivi: economici, sociali, culturali, persino sportivi. Spesso però si dimentica che il guardare a “quel lato di mondo” non è cosa nuovissima, anzi. Basti pensare ai viaggi di Marco Polo o di Matteo Ricci (ricordato lo scorso anno da numerosi testi). E soprattutto a quelli di Alessandro Valignano, ricordato nel libro “Il visitatore“ (Spirali, 2011), ottimo volume di Vittorio Volpi che considera il gesuita “uno dei maggiori esploratori culturali del Rinascimento”.
L’autobus di Rosa
Misure del timore
La morte data: i racconti di Mario Massimo
Ci sono i libri che si dimenticano, che si vogliono dimenticare e quelli che no, non si dimenticano affatto. Ci sono i libri che invece ti rimangono dentro dal profondo, e non sai neanche il perché. O forse lo sai: perché in quelle pagine c’è un qualcosa di apparentemente evanescente ma che è tutt’altro che impalpabile. È il caso di un libro, “La morte data“ (Manni, 2010), che ho avuto il privilegio di leggere.