Avevo conosciuto Marco Filippi, qualche anno fa, in quel luna park letterario che è il Salone del Libro di Torino, dove migliaia e migliaia di persone partecipano ad una collettiva catarsi culturale. Marco Filippi era l’autore dell’ennesimo libro di poesie che mi arrivava tra le mani: una copertina non bellissima, mi dispiace dirlo, e un titolo particolare, Il paroliere parolaio (Seneca, 2006), che nonostante fosse discontinuo da ogni percorso lirico tradizionale, aveva attirato la mia attenzione. Continue reading
Author: Matteo Chiavarone
“Notte inquieta”
È calata la notte, il buio scende sulle case, sulle persone, su una Europa che va verso la sua autodistruzione, in quel atroce “gioco alla guerra” del secondo conflitto mondiale. È la Notte inquieta (Marcos y Marcos, 2011) di Albrecht Goes, un uomo che quella guerra l’ha vista con gli occhi, gli occhi di un cappellano militare incapace di accettare quella pagina di storia.
Un cappellano che lascia il sacerdozio per diventare scrittore, a guerra finita. Un cappellano che racconta di un altro cappellano, di un cappellano che deve salvare l’anima di un condannato a morte.
A Proskurov, in Prussia, c’è un viavai di militari. Alcune figure indegne di vivere, altre incapaci di accettare. C’è anche chi si rifugia nella vodka, per non pensare.
Ma di chi è la colpa di questa follia?
L’assurdo di una guerra che i tedeschi sani devono capire che è meglio perdere. Che mondo sarebbe stato se avesse vinto Hitler?
In questa notte che non è notte – ci sono troppo anime che non possono dormire sonni tranquilli – un uomo deve morire perché ha tradito, un altro deve dire “sparate”, un altro deve dare l’estrema unzione. Un altro ancora vuole un attimo di felicità, una notte d’amore prima della tempesta. In un mondo di non uomini si vuole sentire uomo.
E anche il condannato a morte muore perché per sentirsi uomo, per raggiungere l’amore. Anche solo sfiorandolo.
Maledetta guerra, maledetta guerra di Hitler. L’aria di questa notte è pesante ma tra le pieghe spunta un po’ di luce.
C’è una lettera da scrivere, qualche addio da decifrare, da spedire, una giustizia da raggiungere.
E la giustizia è fatta di parole, pensieri, di abbracci, di voci, di ricordi che vivranno sempre.
Notte inquieta è un inno alla speranza, uno sguardo profondo unito ad uno stile lirico, meravigliosamente orchestrato, un volume prezioso per raccontare una barbarie con la voce di chi non ha voluto piegarsi, di chi non si è arreso, di chi ha creduto, a ragione che l’umanità non poteva finire in una di quelle notti.
Albrecht Goes è nato nel 1908 a Langenbeutingen, ha studiato teologia ed è stato ordinato pastore protestante nel 1930.
Ha prestato servizio come cappellano militare durante la Seconda guerra mondiale, e nel 1953 ha deciso di lasciare il sacerdozio e dedicarsi alla scrittura.
È morto a Stoccarda nel 2000.
Figura eclettica di teologo e libero pensatore, ha pubblicato opere poetiche e in prosa. Da Notte inquieta, la più famosa, tradotta in diciotto lingue, sono stati tratti un film e uno sceneggiato televisivo per la bbc.
Autore: Albrecht Goes
Titolo: Notte inquieta
Editore: Marcos y Marcos
Anno: 2011
Pagine: 124
Prezzo: 10 Euro
Un incontro con Pasolini. “Qualcosa di scritto” di Trevi
Ci sono incontri ed incontri. Ci sono i racconti reali, quelli voluti e non realizzati, quelli soltanto immaginati. Poi ci sono quelli che lasciano il segno e, qualche volta, raramente a dir la verità, ci cambiano la vita. Continue reading
“Studi sulla notte”. A tu per tu con Paulina Spiechowicz
Abbiamo intervistato Paulina Spiechowicz, autrice di Studi sulla notte (Ensemble, 2011), un’interessantissima opera prima. Un libro di poesie vivace e vibrante che nasce da un forte cosmopolitismo e da una linea invisibile che unisce Roma e Cracovia, Parigi e Berlino. Il tema di fondo è la notte ed è proprio dalla notte che vogliamo partire. Continue reading
“Il burattinaio”: il low-fantasy di Francesco Barbi
Mi sento di dover ringraziare Francesco Barbi, autore di Il burattinaio (Baldini Castoldi Dalai, 2011), perché con questo libro e con il primo (L’acchiapparatti) mi ha fatto avvicinare ad un genere, il fantasy, che conoscevo (e continuo a conoscere) pochissimo.
Il genere in realtà – lo definì così l’autore in una mia precedente intervista – si dovrebbe chiamare low fantasy, vedere su Wikipedia per conoscerne il significato. Continue reading
Fenomeno “Il diavolo custode”. La storia di un’amicizia
Il diavolo custode (Ponte alle Grazie, 2012) di Philippe Pozzo di Borgo è un gran bel libro, bisogna dirlo. Un libro godibile e divertente. Continue reading
Dieci piccoli passi
Tempo fa mi arrivò un libro, Dieci piccoli passi (Edizioni La Gru, 2011), di un giovane autore, Francesco Pierucci, che misi da parte per qualche tempo per poi leggerlo tutto d’un fiato.
Poi sono passati altri mesi e mi è tornato tra le mani. Ho pensato: “mi sono dimenticato di recensirlo eppure mi era piaciuto e anche molto”.
Mi dico: “la farò ora”. Non ne sono stato capace, non ricordavo le sensazioni che avevo provato nel leggerlo. Senza di esse non ne sono capace, di scrivere.
Allora l’ho riletto e inizio a ricordarmi tutto, pagina dopo pagina.
“Quant’è bravo questo Pierucci, eppure ha poco più di venti anni”. A questo penso mentre mi divoro i dieci racconti.
Di solito non amo queste raccolte, preferisco i romanzi. Ma qui è diverso. C’è qualcosa che ti cinge lo stomaco, il respiro breve del racconto diventa un’arma che ti colpisce alla schiena, silenziosamente.
Come un’ombra pesante e nera un senso fortissimo di solitudine è calato dall’alto divorando ossigeno e oggetti, storie e persone.
Ogni personaggio si traduce in un meccanismo perfetto: come in una scatola cinese, ogni scomparto produce altre scatole. Ogni personaggio è la chiave di senso per gli altri personaggi.
Come tanti numeri primi personaggi veri, verosimili, fantasiosi rivivono una Napoli che non smette mai di respirare, una Napoli che brulica di vita, di storie e di storie di vita. Una Napoli in cui un ragazzo può sconfiggere un boss della mafia. Una Napoli in cui si soffre e si ama, in cui si è uguali agli altri e in cui si è diversi. Una Napoli delicata anche quando è la cronaca – che è storia presente – a prendere il sopravvento, anche quando lo sporco sembra macchiare irreversibilmente.
Mi vengono altri pensieri ma sono vaghi. Anzi no: sono squisitamente semplici. Come semplici sono questi racconti. Come semplice in fondo è la quotidianità – a volte persino perversa – che ci racconta l’autore.
Francesco Pierucci nasce a Napoli il 21 novembre del 1989. Dopo aver conseguito il diploma classico si trasferisce alla Iulm di Milano. Attualmente frequenta il terzo anno. Ha vinto la Targa Apice al merito poetico 2010 ed è presente con le sue opere all’interno delle raccolte Il sogno (Poesiaerivoluzione 2010), Luoghi di parole (Aletti Editore, 2010) e Limes-confini (150strade, 2010).
Autore: Francesco Pierucci
Titolo: Dieci piccoli passi
Editore: Edizioni La Gru
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 14 euro
Pagine: 104
L’epopea del “Libro di Mush”. Una chiave per guardare avanti
Capita di perdere tutto e capita di perdere una sola cosa, ma importante. Capita poi che nel ritrovarsi senza niente, in realtà ci troviamo con qualcosa di importante. Continue reading