Esce per Mondadori, a cura del prof. Pierluigi Pellini, il primo dei quattro volumi con cui la casa editrice milanese intende offrire a tutti i lettori i romanzi più significativi della sterminata produzione di Émile Zola. In questo primo volume, una nuova traduzione di alta qualità, affidata a traduttori importanti quali Paola Messori, Giovanni Bogliolo e Pierluigi Pellin; inoltre, negli apparati sono stati utilizzati manoscritti inediti mai tradotti prima in Italia.
Il Meridiano contiene tre dei capolavori dello scrittore francese considerato il creatore del filone naturalista: Teresa Raquin (1867), L’Assommoir (1877) e Nanà (1880).
Con Teresa Raquin, storia a fosche tinte di una giovane donna dal tragico destino, Émile Zola scrisse il suo primo romanzo naturalista, corrente letteraria sviluppatasi in Francia alla metà del XIX secolo che si fondava sull’osservazione sociologica e psicologica dei caratteri dei singoli protagonisti. Gli scrittori narravano la realtà in maniera impersonale e oggettiva, una sorta di cronaca dei fatti nudi e crudi descritti il più delle volte in terza persona. “Noi siamo positivisti ed evoluzionisti”, sosteneva Zola. Ne scaturisce una denuncia del degrado e delle tante ingiustizie nella società francese di allora. Mentre scriveva i suoi romanzi Zola non abbandonò il proprio mestiere di giornalista e questo fu uno dei segreti dell’immediato successo dei suoi libri. La Francia e Parigi di allora era in pieno fermento culturale, artistico, sociale e industriale.
L’architetto e urbanista Barone Georges Haussmann alla metà del XIX Secolo con la sua ossessione della linea retta abbatte strade strette, malsano retaggio del Medioevo, creando grands boulevards e proiettando in tal modo la Parigi del Secondo Impero di Napoleone III verso il nuovo millennio. Sono creati nuovi giardini e ampliati quelli preesistenti.
Zola narra le gesta degli abitanti del ventre di Parigi metropoli che ingloba, inghiotte la vita di moltissime persone quali che siano: operai, sarte, bottegai, teatranti, proletari, prostitute, aristocratici, nuovi borghesi. Ciò che lo scrittore annota, i pittori impressionisti ritraggono en plein air e i colori accessi e vividi di questi artisti richiamano l’immagine della corsa dei cavalli a Longchamps descritta in Nanà. Ricordiamo che l’autore fu amico di Paul Cezanne e si fece ritrarre in un celebre dipinto da Edouard Manet. Nel 1871, con la pubblicazione de La fortuna dei Rougon, Zola iniziò a comporre il ciclo dei Rougon – Macquart, una serie di opere dal carattere molto realista, cinque volumi nella Pleiade di Gallimard. Il sottotitolo fa comprendere le intenzioni dell’autore: Historie naturelle e sociale d’une famille sous le second Empire. Attraverso cinque generazioni con 1200 personaggi lo scrittore analizza l’importanza dell’eredità genetica che condiziona i figli e i figli dei figli. L’autore inoltre si domanda quanto possa essere importante l’ambiente circostante. Storia e dramma di più generazioni ma anche storia di Francia dal Secondo Impero fino a Sédan, in uno studio psicologico e sociale che comprende venti libri. Non è più la Comédie Humane di Honoré de Balzac, storico del regno di Luigi Filippo ma dramma umano analizzato scientificamente.
Le conclusioni, le considerazioni scaturiscono da tutto quello che viene narrato. L’Assommoir (L’Ammazzatoio) presente in questo Meridiano fa parte del ciclo. È la storia di Gervaise Macquart arrivata dalla provincia, la quale prima lavandaia e poi affittuaria di un piccolo negozio di stireria s’illude di essere riuscita a possedere benessere, rispettabilità e felicità. Non sarà così. Ne viene fuori un affresco della realtà sociale dell’epoca che causò a Zola molte critiche da parte degli ambienti moralisti e conservatori del periodo.
Nanà è il settimo volume dedicato ai Rougon – Macquart e prima della sua uscita a puntate su un quotidiano, grandi manifesti e uomini – sandwich avevano annunciato l’evento salutando il libro come il seguito de L’Assommoir. Si voleva sfruttare l’enorme successo ottenuto due anni prima da questo romanzo. Basti pensare che Nanà batté il record delle tirature. Nanà figlia di Gervaise e di Coupeau operaio disoccupato e alcolizzato fa della sua bellezza un’arma di riscatto e vendetta sociale. Mediocre attrice, prostituta di lusso la ragazza si diverte a giocare con il cuore degli uomini rivelando le bassezze dei costumi sessuali della borghesia francese. Intorno a lei una miriade di teatranti, prostitute, damerini, aristocratici pervertiti i quali non si sono accorti che entro breve tempo nel 1870 la disfatta di Sédan per opera delle forze prussiane e il crollo del Secondo Impero spezzerà il loro precario equilibrio.
Il motto della collana editoriale è I Meridiani valgono più di un libro. Questa raccolta, infatti, dà la possibilità di leggere o rileggere grandi capolavori popolari di un artista dalla fantasia straordinaria che seppe narrare i segreti, le speranze e le delusioni di una nazione, di una città e dei suoi abitanti.
Le spoglie mortali di Emile Zola riposano a Parigi nel Panthéon accanto alle tombe di Alexander Dumas e Victor Hugo.
Émile Zola nacque a Parigi il 2 aprile 1840 da Francesco, ingegnere italiano di origine veneziana, ed Emile Aubert. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza ad Aix-en-Provence. In questo periodo risale la sua amicizia con Paul Cezanne e Philippe Solari. Il padre morì nel 1847 e dieci anni dopo la madre, a causa di difficoltà economiche, decise di trasferirsi a Parigi con il figlio. Qui Zola dopo essere stato bocciato due volte all’esame di maturità, abbandonò gli studi e cercò lavoro. Entrò come fattorino nella casa editrice Hachette nella quale dopo un po’ di tempo gli venne affidato l’ufficio pubblicità. Grazie a questo lavoro entrò in contatto con il mondo letterario e artistico del periodo. Nel 1862 intraprese la carriera di giornalista iniziando a collaborare allo Journal populaire di Lilla. Il mestiere di giornalista procedette di pari passo con quello di scrittore. Nel 1864 pubblicò Contes a Ninon e l’anno dopo La confession de Claude primo dei romanzi che risentono degli influssi romantici. Lo scrittore si avvicinò sempre di più verso il Realismo e il Naturalismo con Teresa Raquin (1867) e Madeleine Férat (1868). Negli anni tra il 1871 e il 1893 compose il ciclo romanzesco dei Rougon – Macquart. Nel 1898 intervenne nell’affare Dreyfus in difesa dell’accusato con una lettera aperta al Presidente intitolata J’accuse pubblicata nel quotidiano L’Aurore. A causa di ciò dovette fuggire in Inghilterra per evitare il carcere e poté rientrare in patria solo in seguito ad un’amnistia. Zola morì a Parigi il 29 settembre 1902.
Autore: Émile Zola
Titolo: Zola Romanzi vol. 1
Editore: Mondadori (collana I Meridiani)
Pubblicazione: 2010
Prezzo: 55 euro
Pagine: CLI – 1642
Grazie ai Meridiani, avremo finalmente una riedizione (filologicamente molto curata) delle opere di Zola: speriamo che l’insieme dei quattro volumi offra anche uno spaccato dell’accoglienza critica tributata dai giornali italiani allo scrittore parigino. Nessuno, infatti, ha suscitato accesi dibattiti sui giornali italiani quanto il padre del Naturalismo: sulle pagine del “Corriere della Sera”, ad esempio, si sono scontrati accesi sostenitori zoliani (Capuana su tutti) e critici conservatori come il direttore Torelli Viollier, “scandalizzato” da un’arte che lasciava da parte ogni considerazione morale. Di particolare interesse sarebbe infine una rassegna degli articoli comparsi sulle testate italiane a fronte dell’affaire Dreyfus.