“Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario di oggi (20 settembre 1905), che segna l’entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io…”. Così inizia “Il giornalino di Gian Burrasca” (Il Narratore Audiolibri 2010) di Vamba. Nell’Italia umbertina d’inizio Novecento Giannino Stoppani, nove anni di vivacità e irrequietezza, è ribattezzato dalla sua famiglia come Gian Burrasca a causa del suo comportamento da simpatico discolo.
Nel giorno del suo compleanno l’adorata mamma gli regala un diario nel quale il nostro eroe descrive i suoi sogni, le sue aspirazioni, ma soprattutto il mondo che lo circonda. Ne esce un interessante spaccato degli usi e costumi della borghesia di quel periodo. Giannino vive a Firenze insieme al babbo ricco commerciante, alla mamma e alle sue tre sorelle maggiori in età da marito: Ada, Luisa e Virginia. Giannino si diverte a spiarle mentre cercano di accalappiare uno sposo degno dei loro desideri. Nei loro diari le ragazze descrivono i damerini che frequentano e a ciascuno di loro assegnano un commento. Ada, la più grande destinata a rimanere nubile scrive: “Oh se quel vecchiaccio del Capitani non tornasse più… Io amo il mio caro Alberto De Renzisà”. Allora Giannino: “mi viene un’idea! Se ricopiassi qui un po’ del giornalino di Ada che giusto è fuori insieme alla mamma a far delle visite?“. Da qui si scatenerà una serie di situazioni tra il tragico e il comico. A causa delle sue continue marachelle viene spedito a Montaguzzo in provincia di Pisa, nell’orrido Collegio Pierpaolo Pierpaoli, dove troverà il modo di farsi notare…
Luigi Bertelli, con il soprannome di Vamba, pubblicò il Giornalino di Gian Burrasca nel Giornale della Domenica in cinquantacinque puntate, tra il 7 febbraio e il 17 maggio del 1908. Solo nel 1915 l’opera sarà edita dalla Roberto Bemporad & Figlio in volume e ristampata moltissime volte. Nel libro che ha fatto compagnia a intere generazioni di ragazzi sono veramente tante le avventure che Gian Burrasca si trova suo malgrado a vivere in circa cinque mesi di diario. Per portare qualche esempio, a parte far scappare a gambe levate i corteggiatori delle sorelle, dipinge di rosso il cane della zia Bettina e le rompe il dittamo, la pianta che ricorda all’energica zitella un amore perduto di gioventù. Strappa persino con una lenza l’unico dente rimasto in bocca al povero zio Venanzio, ricco parente dell’avvocato Maralli che ha impalmato Virginia (“vidi con mia grande meraviglia, attaccato all’amo un dente con due barbe!”), o tira l’allarme di un treno. Le porte del Collegio si spalancano per il nostro Giannino. Qui deve combattere contro la direttrice, la Signora Geltrude, “bassa bassa e grassa grassa con un naso rosso rosso”, la quale tiranneggia suo marito, il signor Stanislao, che per contrasto è “secco secco e lungo lungo”, prototipo del perfetto imbecille come di consuetudine lo apostrofa la sua diletta consorte. Si studia in Collegio o ci si diverte spiando da dietro un quadro improbabili sedute spiritiche e capeggiando una rivolta per sostituire l’odiata minestra di riso con la pappa con il pomodoro?
Possiamo considerare Giannino come un vero e proprio contestatore, il quale in nome della verità da dire a tutti i costi, come gli suggeriscono i genitori, smaschera l’ipocrisia e i comportamenti spesso incoerenti degli adulti. Giannino è “peggio della grandine”, come affettuosamente lo apostrofa la madre.
Nel 1964 Rita Pavone per la regia di Lina Wertmuller diede corpo e voce a quest’adorabile birbante. La serie televisiva liberamente ispirata all’omonimo romanzo e trasmessa dalla Rai fece epoca, moltissimi furono gli attori famosi che vi presero parte: Ivo Garrani nel ruolo del padre di Giannino, Valeria Valeri in quella della madre, Milena Vukotic la sorella Virginia, Arnoldo Foà nella parte dell’avvocato Maralli ed Elsa Merlini in quella della Zia Bettina. Musiche di Nino Rota, indimenticabile la canzone Viva la pappa col pomodoro: quasi un inno contro tutte le ingiustizie e i soprusi che un bambino è costretto a subire dagli adulti. Un volume evergreen in versione audiolibro da far ascoltare ai nostri figli e da riascoltare volentieri.
“Giornalino mio, non ho coraggio di descrivere qui la scena della separazione dalla mamma, dall’Ada, dalla Caterina...2
Luigi Bertelli, più noto come Vamba (dal nome del giullare dell’Ivanhoe di Walter Scott), nacque il 19 marzo del 1858 a Firenze e morì sempre nel capoluogo toscano il 27 novembre 1920. Appassionato bibliofilo, giornalista e scrittore, scrisse testi in prosa e in poesia per l’infanzia ma anche sboccati sonetti in vernacolo fiorentinesco. Il 24 Giugno 1906 pubblicò per Bemporad il Giornale della domenica, innovativo periodico per ragazzi che mantenne le sue pubblicazioni fino al 1924. In questa rivista scrivevano i più famosi autori del tempo tra i quali Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Edmondo De Amicis. Riposa nel cimitero di San Miniato sopra Firenze.
Autore: Vamba
Titolo: Il giornalino di Gian Burrasca. Audiolibro. CD formato Mp3
Editore: Il Narratore Audiolibri
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15,99 euro
Durata CD: 8h e 5’
Voce narrante di Eleonora Calamita