È un volumetto particolare, l’esordio letterario di Antonio Rainone, “Sette modi di non essere” (Tullio Pironti, 2009): una raccolta di racconti “filosofici” nei quali il concetto d’identità è fortemente messo in discussione. A cominciare da “Facce“, il racconto che apre la raccolta: si tratta di una composizione a… due facce.
La prima spiccatamente filosofica, in cui il narratore invita il lettore a riflettere sulle dinamiche della somiglianza e del riconoscimento, per condurre poi il lettore verso la seconda faccia, in cui un caso psichiatrico diventa materia narrativa.
Conosciamo quindi “lo strano caso di F. P.”, incapace di fissare una faccia nella memoria per più di due settimane. Altro caso di spersonalizzazione è quello accaduto all’eroe del secondo racconto, che un bel giorno si sveglia ritrovandosi privo di nome, cancellato dalla targhetta sulla porta così come dalla mente dei conoscenti. Persino al lavoro ci si rivolge a lui chiamandolo con appellativi generici o con il titolo della funzione che ricopre in azienda. E mentre il suo nome sparisce anche dalle lettere, sogna già di inventarsene uno nuovo.
Ai personaggi di questi racconti capitano le vicende più inverosimili: Nicolò, un uomo esperto di enologia ma culturalmente rozzo e insensibile, si ritrova, dopo un bicchiere di vino, nei panni di fine oratore che magicamente indovina tutti i congiuntivi. Diventa poi così assetato di cultura da perdere qualsiasi punto di contatto con il se stesso di una volta. Un destino analogo è quello che vivrà Desiderio, una sorta di tuttologo che, quando scopre di essere praticamente impreparato in materia di vini, comincia a studiarli in maniera disperata, ma non riesce a convivere con l’idea dell’esistenza di argomenti a lui ignoti.
I racconti sono brevi e scorrevoli, e la presenza del narratore è subito percepita: si può dire anzi che faccia quasi da cicerone al lettore, orientandolo in maniera molto precisa, quasi educandolo, come nella parte iniziale di “L’uomo che sapeva tutto” o in quella finale di “Festa dei primitivi”. Altro elemento evidente è l’omaggio che l’autore rende agli scrittori che più si sono impressi nella sua poetica, Buzzati, Gogol’, Kafka, tutti autori che hanno reinterpretato la realtà colorandola di fantastico e di grottesco. Talvolta le situazioni vissute dagli eroi sono talmente bizzarre che fanno sorridere il lettore come se si trovasse di fronte a una commedia di Woody Allen.
Antonio Rainone è nato a Napoli nel 1955. Ha alle spalle 15 anni di lavoro editoriale, in cui ha collaborato in particolare con l’Istituto della Enciclopedia Italiana (Treccani) per il settore filosofia. Dal 2002 insegna Logica e Filosofia della Scienza all’Università di Napoli “L’Orientale”. “Sette modi di non essere” è il suo esordio letterario.
Autore: Antonio Rainone
Titolo: Sette modi di non essere
Editore: Tullio Pironti
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 8 euro
Pagine: 80
Ho da poco letto il libro e non posso che consigliarlo a quanti hanno voglia di lasciarsi raccontare l’insostenibile necessità di dover essere un modo d’essere per essere.