Se il mondo è dominato dai media che dettano la comunicazione, rendendoci spettatori e non più protagonisti delle nostre esistenze, Scarpa con “La vita e non il mondo“ (Laterza, 2010) vuole provare a ribaltare la situazione.
E a far emergere l’esperienza personale come possibilità e presupposto della letteratura.
“Che valore hanno le cose ci capitano? Siamo soltanto spettatori dei media, o anche a noi succede qualcosa che meriti di essere reso pubblico, di venire pubblicato?” Si domanda Scarpa nella premessa e a tale interrogativo tenta di rispondere attraverso un centinaio di piccole storie, esperienze di vita, attimi di una realtà vissuta, pensieri e riflessioni, ognuno dello spazio massimo di 1000 battute. L’intento è infatti quello di creare degli scorci di episodi colti nella loro essenzialità: ecco che ci si trova in un quotidiano fatto di intimità, incontri casuali, chiacchierate, viaggi, visite a musei, spettacoli, concerti, cene, ma anche semplici combinazioni e circostanze come il passaggio di due cani o il suono di un’orchestra di strada, momenti da cui spesso scaturiscono considerazioni sull’esistenza, sulla vita, sulla morte, sul tempo e sulla fugace condizione umana.
Il lavoro di Scarpa in questa raccolta è simile a quello del fotografo, che cerca di catturare nel suo obiettivo un attimo di vita nel suo implacabile scorrere. Diventano così significativi e immortali la bellezza di un sorriso, uno scorcio rubato ai vetri di una finestra, un momento di raduno collettivo, giorni di gioia, ma anche di dolore e tristezza. Se il fotografo necessita di un’immagine e di un obiettivo per eternare un istante, allo scrittore bastano carta e penna per radunare i ricordi e renderli improvvisamente indelebili sulla carta, ma per fare questo ci vuole un’abilità innata, che non è solo quella dello scrivere, ma anche quella di saper avvertire l’essenzialità e la poesia nella banale semplicità del quotidiano.
Non il mondo, non i mass media che ci rendono involontari spettatori, compratori e commentatori di vite non nostre, ma la vita, l’Io, visto non nel senso narcisistico ed egoistico del mettersi in mostra a tutti i costi, del rendersi protagonista, ma un Io comunicativo, compreso nella sua realtà esperienziale. Perché l’esperienza personale non è affatto irrilevante, come purtroppo la realtà quotidiana ci porta a pensare, ma è il fondamento essenziale del vivere comune.
Tiziano Scarpa è romanziere, drammaturgo e poeta. Fra i suoi libri: Kamikaze d’Occidente (Milano 2003); Groppi d’amore nella scuraglia (Torino 2005), Batticuore Fuorilegge (Roma 2006). Collabora alla rivista-sito “Il primo amore”. Con il romanzo “Stabat mater” (Torino 2008) ha vinto il Premio Strega 2009.
Autore: Tiziano Scarpa
Titolo: La vita non il mondo
Editore: Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 10 euro
Pagine: 157