È un esordio niente male quello del giovane scrittore sardo Gianni Tetti, autore della raccolta di racconti “I cani là fuori” (Neo Edizioni, 2009). Davvero niente male. In soli undici racconti intrisi di gusto pulp e nero sarcasmo, Tetti riesce, infatti, a cogliere gli istinti più profondi dell’umanità, quei sentimenti ancestrali che spesso ci ricordano la nostra natura animale. Attraverso una scrittura sobria e schietta, senza ipocrisie né vani ghirigori stilistici.
Con l’utilizzo di una prima persona che rende complici, l’autore tira le fila di una sorta di tragedia corale, comune a quasi tutti i suoi personaggi, in un eterno Samsara senza vie di scampo o di redenzione.
In un paese qualsiasi della sua Sardegna, un piccolo mondo fatto di meschinità, sospetti, paure e ossessione prende vita e si consuma, nell’indifferenza altrui e del mondo come noi tutti lo conosciamo, o crediamo di conoscerlo. Una statua di San Francesco in un giardino pubblico malfamato, un bar che diventa ritrovo di reietti e masnadieri, il parcheggio isolato dove avvengono scambi di droga e incontri furtivi: sono questi i luoghi intorno a cui ruotano instancabilmente le esistenze dei personaggi di Tetti, dando inizio ad un costante gioco di ruoli che ritorna come prologo ed epilogo ai singoli racconti.
La figura del cane, richiamato dal titolo, trova motivo di esistere tanto nel cinismo estremo che caratterizza gli accadimenti narrati e i vari personaggi, quanto nella costante presenza di questo mammifero all’interno delle singole narrazioni. Addirittura nel nono racconto “Certi ululati”, il protagonista sente il proprio doberman parlare, rendendolo così il catalizzatore principale della propria follia.
Diventa, allora, sacrosanta e condivisibile la morale comune a tutto il libro, perfettamente esplicitata nel racconto “E per il resto niente”: “E mio padre dice che di giusto a questo mondo non c’è proprio un cazzo, figlio mio caro, e tutti cercano di fottere il prossimo e tutti prima o poi rimangono fregati”.
In definitiva, chiunque abbia amato la crudezza e la slealtà dei film di Quentin Tarantino o la sarcastica schiettezza di Douglas Coupland e di Chuck Palahniuk, non potrà non appassionarsi alle squallide storie narrate da Gianni Tetti, così magistralmente messe in scena da sconvolgere e far ribollire il sangue nelle vene per la paura costante di poter diventare noi stessi complici dell’umana bestialità.
Gianni Tetti è nato a Sassari l’11 aprile 1980. È laureato in Lingue e Letterature Straniere, lavora presso l’Università di Lettere e Filosofia di Sassari con una borsa di dottorato in Storia e Critica del Cinema e vive con Alice. Si occupa di sceneggiature collaborando a vari progetti cinematografici e televisivi. Per Neo Edizioni ha scritto il racconto “I cigni selvatici”, pubblicato nell’antologia “E morirono tutti felici e contenti”. “I cani là fuori” è il suo primo libro.
Autore: Gianni Tetti
Titolo: I cani là fuori
Editore: Neo Edizioni
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 12 euro
Pagine: 200