“La ragazza di Casalmonferrato” di Giuseppe Bonaviri (La Cantinella, 2009) è uno dei primi romanzi che lo scrittore siciliano realizzò in età giovanile e al tempo stesso l’ultimo pubblicato in vita. Già presente in appendice al volume “Bonaviri inedito” nel 1998, l’opera divenne solo dopo molti anni una pubblicazione autonoma come desiderava lo stesso autore.
Romanzo autobiografico nato da un’importante esperienza giovanile del Bonaviri è ambientato per la prima volta non nella sua amata Mineo, città siciliana, ma a Casalmonferrato un paese straniero nel quale l’autore giunse da ragazzo con un gran vuoto nell’animo per inseguire i propri sogni.
Il romanzo ha inizio con il malinconico ritorno a Mineo di Pino, protagonista della storia e alter ego dello stesso autore, che ritorna da giovane emigrato nella sua amata terra rievocando nostalgicamente in un treno il tempo trascorso a Casalmonferrato.
Il racconto è strutturato da un duplice viaggio fatto dalla Sicilia a Casalmonferrato e viceversa ed è caratterizzato dai ricordi dell’autore che rivive nei particolari il periodo trascorso nella “terra straniera”.
Pino, ragazzo di estrazione contadina, partito con in tasca solo un diploma emigra con la speranza di trovare altrove il posto fisso ottenendo in cambio solo una serie di umilianti insuccessi; nonostante i sogni il protagonista, uomo psicologicamente fragile, inetto, sfiduciato e sognatore, sarà costretto suo malgrado ad arrendersi al volere del padre del quale è vittima, acconsentendo così ad un ricco matrimonio da fare nella lontana ed assolata Mineo, arroccata su un monte nella Sicilia Orientale, alla quale si contrappone Casalmonferrato con la sua composta eleganza, i suoi ritrovi, i bar e le trattorie che esercitano sul giovane provinciale un grande fascino.
Il romanzo è strutturato in due blocchi narrativi, il primo narra le vicende di Pino che rispecchiano quelle del Bonaviri, il secondo mette in risalto la figura di Carla, la ragazza di Casalmonferrato “una vedovella in abito blu, né bella né brutta, coi capelli neri riccioluti sulla nuca” della quale Pino si innamora; lei sarà la donna che lo aiuterà a trovare lavoro presso l’alberghetto del signor Mercoledì, ritrovo di giovani prostitute.
L’autore, tra i diversi ricordi, ripenserà così alle squallide pensioncine del centro storico catanese, “il cui assordante rumore gli impediva il sonno”. Splendide e ricche di particolari le descrizioni sui luoghi e sui personaggi che a volte assumono un aspetto quasi incantato e favolistico e i tramonti, le vegetazioni e i colori della sua terra che ritornano sempre nei suoi scritti. Un viaggio alla ricerca delle proprie origini fatto con l’intento di trovare quella serenità tanto sperata che il protagonista però riuscirà a raggiungere solo ritornando nella sua “isola-madre”.
Scappare dalla sua Mineo infatti è stato per Pino come recidere in modo quasi traumatico e definitivo il cordone ombelicale con un mondo che gli andava ormai stretto; ritornare nei luoghi natii legati alla sua infanzia ha contribuito invece a ricreare e rinsaldare quel legame profondo con la propria terra togliendogli però la possibilità di realizzare i suoi sogni, rinunciando così per sempre ad ogni possibilità di crescita personale.
Un romanzo intenso e suggestivo nel quale il viaggio è in primo luogo un modo per ristabilire un contatto profondo e duraturo con se stesso e con le proprie origini.
Giuseppe Bonaviri, scrittore siciliano e grande inventore della prosa poetica, nasce a Mineo nel 1924. Ha vissuto per anni a Frosinone esercitando la professione di medico e qui è scomparso nel Marzo 2009. Ha esordito con l’opera “Il sarto della stradalunga” (riedito da Sellerio nel 2006) e tra i suoi scritti più importanti ricordiamo: “L’incominciamento” (1983), ”Il dottor Bilob” (1994),“Il vicolo blu” (2003),”L’incredibile storia di un cranio”(2006) e “Notti sull’altura” (2009).
Autore: Giuseppe Bonaviri
Titolo: La ragazza di Casalmonferrato
Editore: La Cantinella
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 20 euro
Pagine: 215