In “A casa di Mrs Lippincote” di Elisabeth Taylor (Neri Pozza, 2009) traduzione di Claudia Valeria Letizia, ci troviamo nell’Inghilterra degli anni Quaranta agli inizi della II Guerra Mondiale. Roddy, pilota della Royal Air Force, sua moglie Julia, il loro figlio di sette anni Oliver e la cugina di Roddy, Eleanor si trasferiscono nell’abitazione della distinta vedova Lippincote, in un sobborgo di Londra, lasciato vuoto dalla proprietaria dopo la morte del marito.
Non è facile vivere in una casa che appartiene ad altri, dove ancora si respira l’atmosfera di chi c’è vissuto e dove i mobili, i cassetti stipati di cianfrusaglie, le suppellettili, la carta da parati, le stoviglie fanno pensare a Mrs Lippincote ed alla sua famiglia, la quale è andata a vivere non distante da loro presso il Saint Winifred’s Hotel e sembra quasi spiare le loro mosse da lontano.
L’eterogeneo gruppo familiare costretto suo malgrado a dividere lo stesso tetto cerca di trovare una scappatoia, un modus vivendi per sopravvivere: Julia trascurata dal marito aviatore, si barcamena tra la curiosità di scoprire i segreti, le foto della famiglia Lippincote e l’insofferenza di questa nuova situazione accentuando la sua tagliente ironia, Eleonor “quarantenne e nubile… aveva qualche soldo investito nell’Imperial Tobacco, un abito da sera blu e una passione per suo cugino, per il quale, avrebbe volentieri dato la vita”, segretamente disprezza la cognata desiderosa di prenderne il posto, tutto questo mentre Oliver al piano di sopra rinchiuso nella sua camera divora libri, li inspira nei polmoni, li odora innamorandosi dei vari personaggi che incontra come Alice, le romantiche sorelle Bronte, Jane Eyre, Fatima e molte altre. La nuova casa sembra quindi allontanare ciascuno di loro, ogni desiderio è nascosto, celato mentre la foto di matrimonio di Mr e Mrs Lippincote appesa nella sala da pranzo osserva i loro movimenti e sembra persino intuire i loro pensieri.
Elisabeth Taylor scrisse il suo primo romanzo At Mrs Lippincote nel 1945, ma già alla sua prima prova letteraria diede prova della sua bravura e sapienza nell’esplorare il cuore umano e le sue pulsioni segrete. Il grande successo internazionale arriverà nel ’57 con la pubblicazione di Angel, romanzo di amore e tragedia in piena atmosfera dickensiana, incluso in una lista di tredici migliori opere letterarie del dopoguerra pubblicata dallo Spectator.
Nel 1940 il Premier Winston Churchill dopo aver costituito un governo di unità nazionale durante il suo primo discorso rimasto celebre dichiarò “tutto quello che vi posso promettere è sangue, sudore e lacrime” immaginando già i sacrifici, le morti, i bombardamenti e le distruzioni che il popolo britannico avrebbe dovuto sopportare prima di giungere alla “vittoria ad ogni costo”. In questo libro invece la guerra appare sullo sfondo, la scrittrice preferisce porre in evidenza i desideri, i sentimenti, i piccoli egoismi e i lati oscuri dei protagonisti. Più che un romanzo su di un popolo in guerra una commedia d’interni, brillante, pungente, dichiaratamente scritta da una mano femminile, quella di Elisabeth Taylor che il San Francisco Chronicle ha definito “la Jane Austen del XX secolo”.
Elisabeth Taylor (1912-1975) è fra le più amate scrittrici inglesi del Novecento. È autrice di racconti, comparsi su riviste e poi raccolti in volume, di un libro per bambini Mossy Trotter e di dodici romanzi, tra cui Angel (2007), La colpa (2008) entrambi editi da Neri Pozza.
Autore: Elisabeth Taylor
Titolo: A casa di Mrs Lippincote
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 16 euro
Pagine: 240
1 thought on “Quattro cuori in affitto”
Comments are closed.