È ambientato in una cittadina francese vicino alle coste della Manica, sferzata dalla pioggia e dal vento, il romanzo di Olivier Adam, “Al riparo di nulla” (Bompiani, 2009). La protagonista Marie, madre di due figli piccoli, passa le sue giornate sola in cucina, il naso incollato alla finestra che guarda su un niente fatto di palazzi e villette. Una periferia triste di alberi spogli e vite tutte uguali, dal lavoro al divano, con qualche incursione al vicino centro commerciale, le finestre illuminate da immagini onnipresenti delle tv accese di notte.
Marie, disoccupata, vive con il marito autista di autobus e i due figli che accompagna a scuola tutte le mattine. Ma come spesso capita nelle vite ordinarie, dietro all’apparente normalità nasconde una strana inquietudine, un’angoscia di vivere che si attenua solo quando incontra Isabelle, volontaria che aiuta i rifugiati stranieri. La sua vita si riempie di quella disperata di questi uomini con gli occhi vuoti e i visi scavati: iraniani, pakistani, nigeriani, che dalla Francia cercano di raggiungere l’Inghilterra rischiando la vita, nascosti nei camion per passare il confine.
Marie scopre una nuova vita di impegno e di passione vera che aveva dimenticato da anni, e che paragona istintivamente alle sue serate da ragazza, fatte di birra, auto a tutta velocità, notti passate a ballare sentendosi viva come si sente ora: nel freddo del tendone dove i volontari danno pasti caldi agli stranieri, sotto la pioggia e in mezzo al fango, nelle serate con i rifugiati a casa di Isabelle, Marie sembra trovare un’euforia che attenua il suo male di vivere. A farne le spese sono il marito e i figli piccoli, di cui lei si dimentica completamente, e che devono affrontare da soli la diffidenza e la chiusura dei concittadini, insospettiti dall’impegno di Marie nei confronti dei rifugiati.
La scrittura di Adam è sempre perfetta, ricca nel descrivere situazioni e stati d’animo, ma quest’ultimo romanzo, in cui si confronta con il fenomeno dell’immigrazione, resta troppo in superficie soprattutto nella connotazione dei personaggi: tutti buoni da una parte, tutti meschini dall’altra. Gli stranieri ingenui e profondamente buoni, i “locali” tutti gretti, chiusi nelle loro vite piccole e tristi, violenti e sospettosi, brutti anche d’aspetto. E al centro Marie, l’unico personaggio “vero“, e forse, nella sua profonda disperazione, debolezza e male di vivere, l’unico tema del romanzo.
Autore: Olivier Adam
Titolo: Al riparo di nulla
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 17 euro
Pagine: 180