Con il suo tipico stile ironico, irriverente e anticonvenzionale, Dario Fo racconta una delle figure più straordinarie e controverse della cristianità in “Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano“ (Einaudi, 2009).
Questo non è solo un libro illustrato, ma anche uno spettacolo teatrale che getta luce sulla vita del santo in una prospettiva nuova ed originale, senza tralasciare un sottile confronto con il presente.
Chi era veramente Ambrogio? I milanesi lo festeggiano il 7 dicembre con una première musicale al Teatro della Scala, con la fiera degli O béj o béj, in cui si premiano le persone meritevoli con l’Ambrogino d’oro e con un piatto tipico, la “Raviolata d’Ambrogio”. Ma sono pochi quelli che conoscono realmente la vita e le opere di quest’uomo, talmente famoso e potente da essere temuto e rispettato da imperatori, barbari e sapienti.
Il 370 d.C. Ambrogio, uomo coltissimo di rango senatorio, giunge a Milano, grazie ad un incarico governativo affidatogli dall’imperatore Valentiniano I: dovrà occuparsi della città amministrando la giustizia e mantenendo l’ordine fra i dipendenti imperiali e il popolo. Siamo negli anni del fermento religioso: ariani contro cattolici si combattono tra concili, dottrine, vescovi e basiliche. Ambrogio si trova coinvolto nella diatriba per il seggio di metropolita di Milano, rimasto vacante, in seguito alla morte dell’ariano Aussenzio. Dopo aver ascoltato i discorsi delle due parti, si esprime Ambrogio, mostrando il proprio riserbo sulle carenze di entrambi i contendenti e, da abile oratore, riesce a far breccia sia nel cuore degli intellettuali, che in quello del popolo, che lo acclama nuovo vescovo cattolico.
Ambrogio è sorpreso e perplesso, non è certo un uomo di fede, e inizialmente architetta un piano tra banchetti e prostitute per esimersi dalla carica, ma alla fine, implorato, decide di accontentare il popolo: si fa battezzare e si lancia con ardimento e passione nell’impresa pastorale. Mentre la ruota della storia gira, tra imperatori, usurpatori, giovani imperatrici e barbari che pressano sui confini, Ambrogio riesce a consolidare la posizione dei cattolici a Milano, grazie alle sue doti di mediatore politico e di predicatore religioso. Occupa le chiese, difende gli oppressi, si oppone con fermezza a Magno Massimo, si schiera contro l’imperatore Teodosio fino a farlo pentire e piangere, consiglia Agostino, viaggia per l’Europa, inventa il canto religioso e si batte fino alla morte contro i matrimoni combinati e l’accumulo di ricchezze.
Dario Fo, con l’aiuto di Franca Rame e Giselda Palombi, curatrici del libro, ha saputo rendere viva ed attuale la figura del santo mostrandone a tutto tondo la straordinaria personalità. Anche le illustrazioni, realizzate dallo stesso Fo, donano al libro un tocco sagace ed umoristico, caratteristico della scrittura scanzonata e satirica di uno dei migliori autori del teatro italiano.
Dario Fo (San Giano, Varese, 1926), autore, attore, regista e scenografo, è da oltre quarant’anni uno dei protagonisti più vitali e coraggiosi del nostro teatro. Nel 1997 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Nel catalogo Einaudi sono disponibili: una raccolta in quattordici volumi di tutte Le commedie («Gli Struzzi»); Manuale minimo dell’attore, Marino libero! Marino è innocente!, e Morte accidentale di un anarchico; Mistero buffo, Lu santo jullàre Francesco e Johan Padan a la descoverta de le Americhe -tutti e tre con videocassetta («Einaudi Tascabili. Stile Libero»); Il diavolo con le zinne («Collezione di teatro»); Sotto paga! Non si paga! («Collezione di teatro»); Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano (2009). Nella collana «I Millenni» è uscito nel 2000 Teatro.
Autore: Dario Fo
Titolo: Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 20 euro
Pagine: 217