Ammirazione. Ecco, è questa la parola che meglio si presta a descrivere cosa si prova dopo aver letto questo libro, o meglio, dopo l’ “incontro” con il suo autore. Lui è Walter Bonatti, alpinista italiano sconosciuto ai più, purtroppo. Il libro in questione s’intitola “I miei ricordi. Scalate al limite del possibile” (Baldini Castaldi Dalai editore, 2008). Questa non è la solita biografia, piuttosto il ricordo/cronaca delle sue più significative scalate compiute durante gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Imprese che hanno fatto la storia dell’alpinismo italiano e mondiale, come la scalata, in solitaria e in inverno, della parete nord del Monte Cervino.
Ma il nome di Walter Bonatti è legato inevitabilmente alla vicenda che portò alla conquista italiana del K2 (raccontata anche nel libro), a quella drammatica spedizione capitanata da Ardito Desio nel 1954, dove verrà, seppur tardi e dopo tante menzogne, riconosciuto il suo indispensabile e determinante contributo per la conquista della vetta. Fu lui, infatti, insieme allo sherpa Mahdi, a farsi carico del compito più difficile: scendere dall’ottavo al settimo campo per recuperare le bombole d’ossigeno lasciate lì la sera prima dagli altri compagni; una volta recuperate, i due risalirono nuovamente all’ ottavo ed infine al nono campo (che nel frattempo fu allestito senza che fosse stato loro comunicato), costringendoli, infine, ad una notte di bivacco, ossia senza tenda e sacco a pelo, ad 8400 metri di altitudine e con temperature che andavano ben oltre i – 40°.
Non si deve per forza essere amanti della montagna per poter apprezzare al meglio queste pagine. Qui si è davanti alle sfide più belle del genere umano e al fascino che esse sanno esercitare: “Fin dall’inizio la montagna è stata l’ambiente più congeniale alla mia formazione sia fisica sia mentale. Mi ha consentito di soddisfare il bisogno innato che ha ogni uomo di misurarsi e di provarsi, di conoscere e di sapere“.
Ciò che colpisce ed impressiona è la tempra, la lucidità, l’altruismo e la forza d’animo di Bonatti nelle situazioni più critiche e disperate – quando si sente sopraggiungere la morte o ti sfiora la pazzia – e di come egli abbia saputo uscirne vivo, forgiato nel carattere e nello spirito.
Ed è in quei momenti che la montagna permette all’uomo di entrare in contatto con il grande mistero di sé e della Natura. Grandi imprese narrate in maniera semplice, quasi con umiltà, che restituiscono da subito la bellezza di questa figura, di cui purtroppo, spesso, non si parla come si dovrebbe.
Walter Bonatti, dopo aver conquistato alcune delle cime più alte del mondo, Walter Bonatti conclude l’attività di scalatore nel 1965. Nel 2000 il Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac gli conferisce il riconoscimento della “Legion d’Onore” per il coraggio e la generosità dimostrata nelle sue azioni. Tra le tante pubblicazioni ricordiamo:”Le mie montagne“(1983) “La mia Patagonia” (1986), “In terre lontane” (1997),”K2 La verità – storia di un caso” (2006)
Autore: Walter Bonatti
Titolo: I miei ricordi. Scalate al limite del possibile
Editore: Baldini Castoldi Delai editore
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 18 euro
Pagine: 403