“Era l’istante più felice della mia vita, e non me ne rendevo conto”. È l’inizio de “Il Museo dell’innocenza” di Orhan Pamuk (Einaudi 2009), storia melodrammatica di un’ossessione d’amore che diventa atto d’amore.
Istanbul anni Settanta. Il 30enne Kemal Basmaci, appartenente ad una altolocata famiglia della capitale turca sta per sposare Sibel, del suo stesso ceto sociale, che ha studiato alla Sorbona.
Ma un giorno il destino porta Kemal ad entrare in un negozio dove lavora come commessa la 18enne Fusun, sua lontana cugina tanto bella quanto povera. È amore a prima vista ma Kemal, un po’ per vigliaccheria e un po’ per opportunismo, non trova il coraggio di sciogliere il fidanzamento con Sibel. Fusun sconvolta da ciò scompare. I due amanti si ritrovano quando Kemal è libero da ogni vincolo, ma nella vita della sua amata tutto è cambiato. Kemal allora per otto anni, mentre il rapporto con Fusun riprende ma in maniera platonica, raccoglie e conserva tutti gli oggetti che la donna ha toccato e che la riguardano, oggetti che confluiranno in un museo dedicato a Fusun, quando la sua vita subirà una svolta dolorosa.
Orhan Pamuk ha impiegato sei anni per scrivere Masumiyet Muzesi, monumento ad un amore eterno, indimenticabile, dove la domanda principale è cos’è l’amore e se in nome di questo una persona può arrivare persino ad annullare la propria personalità. Kemal risponde collezionando con minuzia infiniti oggetti che la riguardano quali una sigaretta fumata da Fusun con ancora la macchia di rossetto sul filtro, biglietti del cinema, tovaglioli di un ristorante, un portacenere, oggetti che diventano un’impossibile compensazione alla negazione del suo sogno d’amore.
Lo scrittore ha avuto l’idea di acquistare nell’antico quartiere di Cukurcuma un edificio di tre piani alla scopo di esporvi molti degli oggetti elencati nel libro. Il museo attualmente in costruzione, sarà pronto nel luglio del 2010 in concomitanza con l’anno dedicato ad Istanbul come capitale europea. Il biglietto d’entrata viene riprodotto in una pagina del libro. Ecco dunque che dalla narrazione si passa alla realtà, 83 capitoli, 83 contenitori dove saranno esibiti gli oggetti, un modo per ritrovare la Istanbul degli anni Settanta.
Anche in questo romanzo lo scrittore turco tradotto in oltre quaranta lingue, compie un fedele ritratto della Turchia di ieri, sempre con il suo stile caratteristico sospeso tra il fiabesco ed il reale. Con ironia descrive l’alta borghesia turca alla quale appartiene Kemal il quale vive nella parte agiata della città in contrasto con Fusun che vive in una casa di un vecchio quartiere. Traspare ancora una volta l’amore di Pamuk per Istanbul, che nelle sue opere assume la caratteristica di personaggio vivo e presente, città che guarda verso l’Europa, adagiata sullo stretto del Bosforo che divide il continente europeo dall’Asia, ma senza dimenticare le sue millenarie tradizioni. Di questo egli aveva già parlato nel 2003 in Istanbul. I ricordi e la città, superba “fotografia in bianco e nero” della sua infanzia.
“Tutti devono saperlo: ho avuto una vita felice“. Vita e felicità, le parole chiavi che aprono e chiudono “Il museo dell’Innocenza”, temi eterni cari a scrittori come Tolstoj, Dostoevskij e Pamuk i quali come pochi sanno indagare nella profondità dell’animo umano.
Orhan Pamuk è nato il 7 Giugno 1952 ad Istanbul in una famiglia benestante. Dopo aver frequentato il liceo americano Robert College di Istanbul, su pressione della famiglia si iscrive alla facoltà di Architettura per poi abbandonarla e dedicarsi alla sua passione: la letteratura. Nel 1977 si laurea all’Istituto di giornalismo dell’Università di Istanbul. Il suo primo romanzo Il Signor Cevdet e i suoi figli vince nel 1983 il Premio Orhan Kemal. Nel 1985 con Il Castello bianco (Einaudi 2006) romanzo storico vince l’Indipendent Award for Foreign Fiction 1990 che estende la sua popolarità all’estero. Nel 1995 La nuova vita diventa in patria un best-seller. Ormai Pamuk è una figura di spicco nel panorama intellettuale turco anche a causa del suo sostegno ai diritti politici della minoranza curda. Nel 2000 pubblica Il mio nome è rosso (Einaudi 2001) successo internazionale che mescola filosofia, mistero, passione, tradotto in 24 lingue, con il quale vince l’International INPAC Dublin Literary Award ed il Premio Grinzane Cavour 2002. Neve (Einaudi 2002) è il suo primo lavoro dichiaratamente politico. Nel 2003 è la volta di Istambul. Le memorie e la città. (Einaudi 2004). Nel 2006 è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione nel ricercare l’anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami tra diverse culture. Tutta l’opera di Orhan Pamuk è in corso di ristampa presso la Casa Editrice Einaudi.
Autore: Orhan Pamuk
Titolo: Il museo dell’innocenza
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 24 euro
Pagine: 585
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