Non sorride molto Cristina Comencini alla presentazione del suo ultimo libro a Genova “Quando la notte” (Feltrinelli, 2009). Ma il suo bellissimo volto ricco di espressività si illumina quando parla della sua ultima creazione come scrittrice. L’incontro è avvenuto ieri, 22 ottobre, presso la nuova sede Feltrinelli di Via Ceccardi con la presenza di un folto pubblico tanto che la sala conferenze della libreria non è stata in grado di far sedere tutti.
La scrittrice-drammaturga- regista figlia del noto Luigi è stata intervistata dalla giornalista Erika Della Casa che le ha dato abilmente il modo di raccontare non solo il contenuto del libro, ma la vera essenza di esso.
“Quando la notte“, uscito il 2 settembre scorso, quasi in concomitanza con l’ultimo film della regista, “La bestia nel cuore“, sembra, come la pellicola, pronto per diventare un altro successo annunciato. Il segreto di questo successo sta in un fatto in apparenza banale e fuori tempo, ma che risulta non esserlo affatto: il romanzo parla di amore, amore vero. Un amore tra un uomo e una donna pervasi da troppi silenzi e troppe paure. Un uomo e una donna che si scoprono respingersi ed attirarsi allo stesso tempo perché paradossalmente riescono ad incontrarsi interiormente.
“Questo è il mio primo romanzo totalmente d’amore” dice la Comencini “costruito su un lui e una lei che descrivono il loro mondo interiore. Un mondo fatto di abbandoni fatti, subiti e immaginati, che mette a nudo le zone buie di ognuno di noi facendo in modo si conoscano le nostre parti più negative per poi sapere affrontare meglio gli ostacoli che incontriamo nella nostra crescita personale“.
“Quando la notte“, un titolo che sembra quasi un esordio, è un momento di sospensione dell’anima, un momento che poi darà origine ad una nuova vita aprendo nuove strade per i protagonisti. La storia è quella di un montanaro misogino che si innamora di una donna giovane venuta in vacanza in montagna col suo figlioletto. Un incontro fortuito che nella durezza di rapportarsi nasconde una profonda paura di perdersi. Una paura che nasce dalle brutte esperienze precedenti, di quelle che lasciano il segno come l’essere abbandonato da piccolo dalla madre, il caso di Manfred, o di essere stata lasciata più volte dai compagni, come nel caso di Marina. Ma le paure non finiscono qui. In Marina è forte l’ansia di non saper gestire il suo rapporto col figlio, un rapporto forte, ma conflittuale, un rapporto che sembra non darle spazio e che spesso la soffoca. Un rapporto che le fa salire dentro un ingestibile desiderio di abbandonare il bambino con un conseguente enorme senso di colpa.
Sono quindi il tema dell’abbandono e quello della maternità combattuta, difficile, non retorica al centro del romanzo della Comencini che non si stanca di dire al pubblico di attenti spettatori-lettori che il suo libro mischia due mondi complessi come quello maschile e quello femminile, mondi che si scontrano duramente per poi avvicinarsi, trovarsi e sentirsi più forti dopo il passaggio d’obbligo attraverso quelle zone oscure che, se non si rifiutano, aiutano a trovare la salvezza. “I personaggi della mia storia appartengono un po’ a tutti” dice l’autrice”spesso sono sovrastati da sentimenti sgradevoli anche quelli facenti parte dell’amore, ma reali“.
Chi ha letto il libro sa e ha apprezzato il linguaggio asciutto che molto si addice alla montagna in cui è ambientata la storia.
Autore: Cristina Comencini
Titolo: Quando la notte
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 16 euro
Pagine: 208