“È il film non fatto più noto della storia del cinema“. Si apre così – nell’introduzione di Vincenzo Mollica – il volume “Il viaggio di G. Mastorna” di Federico Fellini (Quodlibet, 2008), ovvero la sceneggiatura di quel film che Fellini ebbe in mente per tutta la vita ma che non realizzò mai. Un film sull’aldilà simile alla Commedia dantesca, in cui l’aldilà è identico alla vita che già oggi ci troviamo a vivere, con la stessa mancanza di nitidezza, la stessa ambiguità, la stessa fragilità.
Al progetto avrebbe dovuto partecipare anche Mina, come protagonista femminile, nonché una star internazionale come protagonista maschile (tra i candidati c’erano Steve McQueen, Paul Newman, Laurence Olivier e i nostri Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi). Ma nonostante l’annuncio che Fellini diede addirittura in televisione, Mastorna non divenne mai una pellicola. Divenne, in parte, un fumetto, disegnato da Milo Manara: il protagonista, dal volto di Paolo Villaggio, dopo un viaggio aereo misterioso concluso con un atterraggio di emergenza, entra nella sua camera d’albergo e apprende dal telegiornale la notizia di un disastro aereo senza superstiti; Villaggio-Mastorna non capisce il senso della notizia perché viene data in tedesco (lingua che ignora) e dunque non si rende conto che per lui è appena cominciato il viaggio nell’aldilà.
Prima delle tre puntate previste (le altre due avrebbero dovuto raccontare appunto il viaggio), si concludeva per un banale errore con la parola “Fine” invece che “Fine della prima puntata”; Fellini ricevette all’indomani della pubblicazione una telefonata del suo amico scrittore Ermanno Cavazzoni (curatore della presente edizione) che si complimentava per la storia e per il finale “sorprendente e perfetto”. Probabilmente, Fellini prese la cosa come monito e come segno: l’impresa finì lì.
Il regista tuttavia ha lasciato la sceneggiatura del film (scritta con la collaborazione di Dino Buzzati e Brunello Rondi), che possiamo oggi leggere in questa bella edizione, la quale – pur nell’ambito della correttezza filologica – lima a vantaggio della leggibilità le asperità dell’originale: così ad esempio il testo non viene riportato su due colonne – com’è tipico delle sceneggiature, che pongono a sinistra la descrizione dell’azione e delle scene e a destra i dialoghi diretti – ma su una colonna sola, come un romanzo.
Il libro si chiude con la lunga lettera sul Mastorna che Fellini scrisse al produttore Dino De Laurentiis, e con una postfazione del curatore. “Il viaggio di G.” (che sta per Giuseppe) Mastorna è una storia affascinante, come affascinante è la stessa storia della sua incompiuta evoluzione. Che non può essere riassunta meglio che con le parole dello stesso autore: “se per cortesia, per stanchezza, per amicizia, o per vanità mi mettessi a chiacchierare sul Mastorna […] non credo riuscirei a suggerire il senso del film, che io per primo non so cos’è. È il sospetto di un film, l’ombra di un film, forse anche un film che non so fare.”
Federico Fellini (1920-1993) è il grande regista (ma anche scrittore e disegnatore) autore di film celeberrimi quali Amarcord, La dolce vita, Satyricon.
Voto: 8,5
Autore: Federico Fellini
Titolo: Il viaggio di G. Mastorna
Editore: Quodlibet
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 14 euro
Pagine: 232