“Inseguire una fuga”, con questo ossimoro si potrebbe definire la vicenda di Chris McCandless, alias Alex Supertramp, protagonista del fortunato “Nelle terre estreme” (Corbaccio 2008). L’autore, Jon Krakauer, giornalista chiamato a occuparsi del tragico periplo, compie un ideale viaggio a ritroso sulle orme del protagonista, sorta di Omero moderno, animato da propositi vagamente ascetici.
L’anno è il 1992, e Chris McCandless, giovane diplomato di Atlanta, al culmine di un travaglio interiore esploso nella feroce ripicca contro i genitori, decide di donare i suoi averi e partire alla volta dell’Alaska, con l‘intento di affrancarsi dalla civiltà e vivere in stretto contatto con la natura. Inizia in questo modo un lungo “pellegrinaggio” attraverso gli States, all’inseguimento di quella “libertà assoluta” che sarà il fulcro della narrazione, segnata dal luttuoso ritrovamento del cadavere dimenticato.
Krakauer saggiamente imprime ai brani una nota di malcelata afflizione, e crea un collage di episodi e impressioni, inserendo via via estratti di lettere e cartoline inviate dal giovane viaggiatore a parenti o amici disseminati lungo il percorso
“Se quest’avventura si rivelasse fatale e non dovessi più ricevere mie notizie, sappi che sei un uomo veramente in gamba. Ora mi aspetta la foresta“.
L’atmosfera psicologica di questi estratti originali, aiuta a ricostruire la personalità di McCandless, giovane ribelle animato da un carattere indomito, da una sensibilità ampiamente rimarcata e dal senso di smarrimento molto vicino alla devianza tipica di una intera generazione di “sognatori”. Egli, noncurante del rischio legato all’impresa, nemmeno troppo chiaro sulla finalità del viaggio, antepone l’abbandono delle sicurezze mondane a qualsiasi progetto di futuro anche immediato; il principio diventa allora partire, il lasciarsi tutto alle spalle per affrontare il “mondo libero”, il mondo delle persone sciolte dal giogo della civiltà.
Tolstoj, Pasternak, Thoreau, London, sono gli artefici narrativi del viaggio intrapreso dal protagonista, così attraverso la trasposizione degli ideali poetici, McCandless conduce la sua epopea fra le pareti mute di un vecchio bus abbandonato nella lontano nord, (il simbolo infine della intera vicenda diventata pellicola di successo grazie alla regia di Sean Penn). dove troverà la morte avvelenandosi ingenuamente.
“Nelle terre estreme” è un libro appassionato e ben condotto dall’autore come dimostra l’ampio successo riscosso; resta indefinita la nota finale, a mezza via fra esaltazione spirituale o triste emiciclo di morte, misterioso dubbio che non inficia minimamente la qualità di un grande libro.
Jon Krakauer è nato nel 1954 ed è cresciuto nell’Oregon. Giornalista dal 1983, si occupa di narrativa annoverando diversi testi di grande successo.
Voto: 8
Autore: Jon Krakauer
Titolo: Nelle terre estreme
Editore: Corbaccio
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 16,60 euro
Pagine: 267