La grave crisi finanziaria, economica e sociale che ha investito gli Stati Uniti e ha contagiato il resto del mondo dimostra l’indispensabilità dell’Europa. Gianni Pittella in “L’Europa indispensabile” (Donzelli, 2009) illustra i motivi per cui si rende necessario l’organo europeo. Il volume entra negli ingranaggi di un’Europa che stanzia risorse e dispensa multe, che offre formazione ai giovani e infrastrutture ai diversi paesi, che a volte sembra invadere, e altre invece sfiorare, le nostre vite.
Ne parliamo con l’autore.
“L’Europa indispensabile” un libro pro unione. Perchè l’Unione Europea è davvero così necessaria?
“Le crisi globali che hanno percorso il nostro pianeta in questi ultimi anni, dall”11 settembre all’esplosione della bolla dei mercati finanziari che si sta drammaticamente riversando su imprese e occupazione, hanno indotto in molti cittadini dell’Unione un sentimento di paura che li spinge a rinchiudersi nella dimensione apparentemente piu’ rassicurante della propria regione o della propria citta’, cercando comprensibilmente di lasciare il mondo fuori. Purtroppo sappiamo bene che non e’ possibile, anzi deleterio, come l’esperienza storica ci insegna. Il voto del giugno scorso ha cosi’ registrato un’avanzata delle forze xenofobe e nazionaliste che stanno cavalcando questi sentimenti comprensibili ma sbagliati. In realta’ mai come in questo momento abbiamo bisogno di dimensioni sovrannazionali per affrontare problemi di tale portata. Abbiamo bisogno di piu’ Europa”.
Veniamo al cuore del libro. Fra spinte nazionalistiche e mondo globalizzato come è possibile arrivare ad un’unione forte, decisa, reale?
“Lo strumento principale e’ il Trattato di Lisbona, con il via libera dell’ultimo referendum consultivo del 2 ottobre vi saranno importanti novita’ nella governance dell’Unione. Soprattutto si rafforzera’ il meccanismo di codecisione tra Consiglio e Parlamento, dando all’assemblea di Strasburgo finalmente un potere decisionale determinante rispetto al peso finora preponderante dei governi. I cittadini europei si attendono piu’ decisionismo e piu’ incisivita’ sui problemi reali, per questo un’Europa ormai a 27 non puo’ piu’ deliberare all’unanimita’”.
Nella sua esperienza di parlamentare europeo cosa ha potuto riscontrare riguardo la percezione dei suoi colleghi e dei paesi che ha visitato riguardo l’Unione Europea?
“Il quadro e’ molto discontinuo da paese a paese ma negli ultimi tempi l’euroscetticismo ha fatto proseliti anche nelle nazioni tradizionalmente piu’ convinte come l’Italia e non sempre per colpa delle inefficienze della Ue”.
L’Unione Europea ad oggi cosa rappresenta per l’Italia e per i suoi cittadini? Una risorsa, una responsabilità, un onere o un onore?
“Una risorsa e una responsabilita’. Senza l’Unione europea l’Italia sarebbe un piccolo paese con un debito pubblico doppio rispetto alla media europea e con una moneta debole sballottata dalle fluttuazioni catastrofiche del mercato alle prese con crisi epocali che l’avrebbero travolta da tempo. Senza l’Unione il ritardo del Mezzogiorno rispetto al resto del paese sarebbe ancora piu’ accentuato e molte battaglie sociali e di civilta’ non sarebbero potute essere vinte senza il riferimento costante della legislazione europea.”
Europa, Mezzogiorno e Mediterraneo. Come entrano in gioco queste tre componenti?
“Sono strettamente legati e costituiscono nelle singergie che possono far scatuire l’unica grande speranza di riscatto del nostro Meridione e dell’intero paese. Il Mezzogiorno e’ la grande area dove il paese puo’ svilupparsi a tassi di crescita superiori alla media europea e vicini a quelli delle potenze economiche emergenti, per il patrimonio geopolitico e umano che detiene. Ormai il 70% dei beni di largo consumo che vengono commercializzati in Europa provengono dall’Oriente e approdano direttamente negli scali francesi e del mare del Nord. Le regioni del sud devono trasformarsi in una piattaforma logistica e turistica, vero primo approdo europeo. Per far questo dobbiamo far prolungare al sud i grandi corridoi infrastrutturali di trasporto veloce di merci e persone che ci collegheranno al nord Europa e aumentare la capacita’ di accoglimento e movimentazione dei nostri porti, oltre ad accrescere e rendere piu’ efficiente la nostra offerta turistica”.
Infine, Turchia si o Turchia no? E perchè?
“La Turchia e’ gia’ da tempo un paese con forti scambi commerciali con l’area europea, una vera e propria porta sul mondo islamico e l’immigrazione turca contribuisce al funzionamento e alla crescita di grandi paesi dell’Unione, come la Germania e i Paesi bassi. Inoltre rendere partecipe quella cultura del grande progetto politico dell’Unione vuol dire dare un apporto fondamentale alla pace e alla comprensione contro assurdi integralismi che nel 21esimo secolo non hanno piu’ ragione di esistere.”
Gianni Pittella, dopo una lunga esperienza di amministratore locale in Lucania nelle file del Partito socialista, è approdato prima al Parlamento nazionale (1996) e poi a quello europeo (1999), dove svolge il ruolo di presidente dei deputati italiani aderenti al Gruppo socialista europeo. È dirigente nazionale del Pd.
Autore: Gianni Pittella
Titolo: L’ Europa indispensabile. Tra spinte nazionalistiche e mondo globalizzato
Editore: Donzelli
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 150
Pagine: 180