Ne “La danza del gabbiano” di Andrea Camilleri (Sellerio 2009), Salvo Montalbano dopo una notte insonne si alza prima dell’alba a Vigata e apre la finestra della verandina, la sua porta di comunicazione con il mondo.
Qui ancora una volta la bellezza e la semplicità del panorama gli tolgono il fiato: mare e cielo si fondono… “La jornata che s’appresentava era ‘na vera billizza, tutta tirata a lucido…”. Salvo scende verso la spiaggia quando all’improvviso un gabbiano, dopo aver inscenato una macabra danza, muore davanti a lui. Nel frattempo Fazio il suo braccio destro è scomparso e il nostro si sente perduto. Livia è appena arrivata da Genova e subito ci scappa un’azzuffatina. Bisogna cercare il fido Fazio e Montalbano smuoverà mari e monti per ritrovarlo.
Andrea Camilleri ha creato la cittadina immaginaria di Vigata rifacendosi alla sua Porto Empedocle. Vigata come Macondo di Garcia Marquez, luoghi dell’anima, ancestrali. Lo scrittore con uno stile avvincente, ironico ha ideato una trama piena d’azione quasi un noir soprattutto nel finale. Ora Salvo ha cinquantasette anni, si pone molti dubbi, spesso parla con il suo doppio e deve fare i conti con Luca Zingaretti che lo impersona nell’omonimo sceneggiato televisivo.
Quanti lettori hanno imparato molte parole del dialetto siciliano su queste pagine? Parole quali strammato, azzuffatina, venticeddro, pirtuso, sacchetta sono diventate familiari come i personaggi che popolano ciascun romanzo, che chiamare giallo è veramente riduttivo: il vanesio Mimì Augello, il poliziotto Catarella e Livia la quale si è accorta che da un po’ di tempo il suo Salvo si fa distrarre da troppe fimmine.
Forse la figura dell’integerrimo Montalbano appassiona sempre più lettori perché rappresenta la coscienza di ciascuno con il suo disprezzo per la politica-spettacolo, i politici corrotti, il caos della giustizia, il degrado generale che riguarda tutti i campi e al quale siamo forse assuefatti, quasi vinti. In un Paese come il nostro, storicamente legato al proprio “particulare” come lo definiva nel Cinquecento Francesco Guicciardini, dove ciascuno rimane attaccato al proprio campanile, Andrea Camilleri, inconsapevole, ha contribuito con i romanzi dedicati al Commissario di Vigata ad accorciare le differenze di mentalità e le distanze tra gli italiani.
Andrea Camilleri nato il 6 Settembre del 1925 a Porto Empedocle, vive da molti anni a Roma. Con La stagione della caccia (1994 Sellerio) inizia il successo letterario dello scrittore che esploderà nel 1994 con La forma dell’acqua, primo romanzo dedicato al Commissario Montalbano. Da allora il successo si amplia, Camilleri diventa un autore best-seller con quasi 70mila copie vendute. La serie televisiva dedicata al Commissario, protagonista l’attore Luca Zingaretti, bravissimo nel calarsi nel ruolo dello scontroso, sicilianissimo Commissario dal cuore d’oro, fa il resto. Moltissimi sono i romanzi a lui dedicati, tutti editi dalla Sellerio, collana La Memoria, La vampa d’agosto Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio L’età del dubbio (2008) solo per citare i più recenti. Camilleri ha anche scritto alcuni romanzi storici come Il Re di Girgenti (2001 Sellerio). Nel 2009 pubblica il romanzo pirandelliano La tripla vita di Michele Sparacino (Rizzoli). Fino ad oggi Andrea Camilleri ha venduto più di 10 milioni di copie.
Voto: 8
Autore: Andrea Camilleri
Titolo: La danza del gabbiano
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13,00 euro
Pagine: 287