“Fare il giornalista è il compimento di una passione che si alimenta soltanto dalla nostra curiostià“. Enrico Mentana in “Passionaccia” (Rizzoli, 2009), racconta le storie che hanno cambiato l’Italia e il mestiere di raccontarle.Giornalismo vecchia maniera. Racconti di storie che si andavano ad ascoltare, i viaggi dei cronisti con tanto di suole consumate. Questo è il sottofondo che anima il libro di Enrico Mentana. Un alone deciso che premia il giornalismo di ieri, esamina criticamente l’informazione di oggi e aspetta di vedere come il futuro tecnologico abbatterà o meno i giornali cartacei.
La passionaccia. Mentana scrive un libro che gli piace. Lo si assapora sin dall’introduce dove descrive con toni quasi trionfalistici il mestiere del giornalista e il ruolo dell’informazione. Quella seria, quella che arriva ai cittadini, quella che deve informare e non suggestionare. In un mestiere “opinabile ma fondato sull’obiettività, cialtrone e iniziatico allo stesso tempo“. E ancora “fatto di fiuto, di istinto di opportunità, di occasioni, di mestiere, di impegno, di dignità“. Una passione per una professione individuale ma “che si fa in gruppo”. E il giornalista verò è quello che scrive perchè è contento di farlo, “perchè gli piace davvero“.
Verità tra passato e futuro. Il libro di Enrico Mentana capita a pennello nel percorso professionale del giornalista milanese. Dopo aver fatto nascere il Tg5 dal nulla e averlo portato dov’è ora, con serietà, grinta, seria e oculata informazione quotidiana, e aver fatto finire la felice avventura in Matrix, Mentana in queste pagine “senza veli” dice tutto. Da Berlusconi a Confalonieri, da Vespa a Fede. Una sequela interessante e al tempo stesso divertente di nomi, fatti, vicende e retroscena degli anni caldi della tv italiana appena prima del digitale.
Da Indro Montanelli al Grande Fratello. Le storie contenute in “Passionaccia” sono per diversi palati. E narrano vicende caparbie ed esempi di giornalismo come Indro Montanelli, bandiera della carta stampata italiana più volte in lite con Berlusconi a cui diede più volte il consiglio di restare imprenditore non divenire politico. Per arrivare poi alle guerre di un audience spietato che non si ferma nemmeno di fronte alla tragedia del terromoto in Abruzzo, procedendo con il ritmo tragicomico dell’edizione del Grande Fratello. Un modo di fare giornalismo che Mentana non accetta, arrivando alle dimissione del 9 febbraio 2009. Sei anni prima, quel 9 febbraio 2003, era cominciata la sua avventura in Mediaset.
Enrico Mentana (Milano 1955), giornalista, ha esordito al Tg1 nel 1980. Fondatore del Tg5, che ha diretto per 13 anni e poi creatore e conduttore di Matrix si è affermato come il giornalista più popolare della tv. Nel febbraio 2009 si è dimesso da direttore editoriale di Mediaset, “per una scelta di dignità” in polemica con le decisioni dell’azienda.
Voto: 6,5
Titolo: Passionaccia
Autore: Enrico Mentana
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 17,50
Pagine: 184