La Grande Distensione non ha posto fine alla Guerra Fredda ma ne ha costituito un momento importante e complesso in cui spesso “le fasi di distensione (…) hanno rappresentato nuove strategie di competizione“. In “La politica estera italiana negli anni della Grande Distensione (1968-1975)” (Aracne, 2009) Pia G. Celozzi Baldelli riunisce contributi originali di storici ed esperti che, nella varietà dei temi singolarmente affrontati, arricchiscono gli studi su un periodo non ancora del tutto svelato.
Il volume, consta di numerosi interessanti saggi, ognuno avente ad oggetto un tema peculiare d’indagine, ma uniti dal quadro d’insieme di quegli anni che, successivi alla gravissima crisi del 1967-1968, sembrarono nel mondo occidentale fornire con il dialogo, una concreta speranza di riuscire a porre fine al conflitto bipolare. Non fu così. Ma ciò non vuol dire che il periodo compreso fra il 1968 e il 1975, noto come momento della “Grande Distensione” con la sua “politica del dialogo” non ebbe importanti conseguenze nelle relazioni Est-Ovest.
Distensione significò innanzitutto congelamento dello Status Quo in Europa e la Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa sancì proprio l’immodificabilità delle frontiere europee uscite dalla Seconda Guerra mondiale. Merito del volume è di cogliere il quadro di insieme di quella Grande Distensione e di analizzarne sapientemente, attraverso i suoi saggi, interessanti problematiche ancora inesplorate. Ma questa ricerca non rappresenta un punto d’arrivo poiché questi studi offrono spunti per ulteriori analisi.
Emerge chiaramente dai contributi degli autori il ruolo dell’Italia, la cui fragilità del sistema politico interno esaspera, moltiplica e fa da detonatore ai problemi internazionali. In questo quadro si colloca il saggio di Pastorelli che, nella sua ampia visione d’insieme della Grande Distensione, ci parla del “disegno” di Moro, figura centrale di quegli anni, di dar vita ad un “blocco di paesi di buona volontà“. E non poteva mancare in una siffatta ricerca, un posto particolare all’analisi della soluzione di un problema spinoso per l’Italia qual’era quello di Trieste. Nel saggio di Bucarelli vengono così brillantemente analizzate le relazioni tra Italia e Jugoslavia dalla fine della Seconda Guerra mondiale sino agli accordi di Osimo del 1975, frutto italiano della Distensione. Il trattato di Osimo infatti può esser considerato, nel quadro di incertezza generale in cui l’Italia versava, una sorta di”controassicurazione” che poneva finalmente termine alla problematica questione di Trieste tra Roma e Belgrado.
Meritevoli di menzione risultano inoltre i saggi che narrano dei due viaggi di Nixon in Italia e del contestuale viaggio del Presidente americano in Vaticano, l’analisi della ancora poco nota al grande pubblico “terza via” canadese attuata da Trudeau, i saggi relativi all’atteggiamento statunitense verso Iran e Iraq.
Un volume agile, frutto del lavoro di tanti esperti, interessante per lo storico, di piacevole lettura per il semplice curioso-amante della storia.
Pia G. Celozzi Baldelli è professore di Storia ed Istituzioni nord-americane e di Storia della Multimedialità, presso l’Università di Roma Tre. Fra le sue pubblicazioni: “Richard M. Nixon. Una politica americana per l’Europa e il Medio Oriente (1969-1970)”; “L’Italia e la Crisi Balcanica”; “Arbitrati e politica di Potenza”; “Nixon e il Nuovo Internazionalismo”; “L’era dei negoziati nella pubblicistica mondiale (1969-1971)”
Voto: 8
Titolo: “La politica estera italiana negli anni della Grande Distensione (1968-1975)
Autore : Autori Vari, a cura di Pia G. Celozzi Baldelli
Pagine: 165
Editore: Aracne
Anno di Pubblicazione: 2009
Prezzo: 11 euro