Nietzsche

nie-adelPubblicato per la prima volta in Italia nel 1994 dalla casa editrice Adelphi nella prestigiosa Biblioteca Filosofica, il Nietzsche di Martin Heidegger viene ora riproposto nella collana Gli Adelphi.


Si tratta di un testo decisivo nella storia delle interpretazioni di Nietzsche. Infatti, insieme a poche altre opere (ricordiamo il Nietzsche. Introduzione alla comprensione del suo filosofare di Jaspers e il Nietzsche e l’eterno ritorno di Karl Loewith) l’interpretazione heideggeriana si impone per la sua grandiosa speculazione filosofica in cui il pensatore di Roecken viene presentato come autentico e rigoroso filosofo (al pari di un Aristotele o di un Kant, per intenderci), rigettando quelle interpretazioni che lo riducono a “filosofo-poeta” o “filosofo della vita”.

Pertanto, la nuova edizione adelphiana è l’occasione per riflettere su due filosofi che hanno segnato l’epoca contemporanea. Ma, soprattutto, riflettere sull’autore di quest’opera che, di recente, è tornato al centro delle polemiche con la pubblicazione presso Bompiani dei Quaderni neri che ripropongono la questione del suo antisemitismo.

Il lavoro di Heidegger è un insieme di testi scritti fra il 1936 e il 1946 ed hanno al centro la “cosa” da pensare: l’intera storia della metafisica. In effetti, se Nietzsche è filosofo autentico, chiama in causa l’intera tradizione del pensiero occidentale. Il corpo a corpo con Nietzsche è dunque una lotta e un confronto con la metafisica. Ma Nietzsche non è il pensatore che si situa al di fuori della metafisica. Per Heidegger, anche Nietzsche ricade dentro le maglie reticolari della metafisica.

Da Platone a Nietzsche l’interrogativo di fondo della metafisica riguarda il che cosa e il come del mondo. A questo interrogativo Nietzsche risponde con le idee della volontà di potenza e dell’eterno ritorno dell’uguale. Queste due idee si co-appartengono e rappresentano la posizione metafisica di fondo di Nietzsche nella risposta alla domanda circa la costituzione e il modo d’essere dell’ente. In questo contesto, le opere di Nietzsche che Heidegger tiene nella massima considerazione sono il libro postumo La volontà di potenza e lo Zarathustra. Ne nasce, come dicevamo, una vertiginosa interpretazione in cui la fine della metafisica coincide con un nuovo inizio, oltre la metafisica.

Un altro capitolo fondamentale di questo lavoro è rappresentato dalla questione del nichilismo europeo. Questione più che mai attuale che si apre all’inizio del libro secondo e che emerge da una annotazione di Nietzsche: “Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi si svalutano. Manca il fine; manca la risposta al perché?”. Anche in questa interrogazione e nel rispetto della considerazione heideggeriana di Nietzsche come autentico filosofico, il confronto serrato avviene con la tradizione a partire dai suoi inizi greci.

La postfazione del compianto Franco Volpi ricostruisce la genesi dell’opera e lo sviluppo dell’interesse di Heidegger verso l’autore di Umano, troppo umano.

Martin Heidegger nasce a Meßkirch nel 1889 è tra i filosofi più discussi e importanti del Novecento. Allievo di Husserl, sviluppa una sua visione più autonoma che lo condurrà ad Essere e tempo (1927). Accostato all’esistenzialismo, chiarisce la sua posizione con la Lettera sull’umanismo (1946) prendendo le distanze da questa interpretazione. La cosiddetta “svolta” apre una nuova fase del suo pensiero improntata all’analisi del linguaggio come casa dell’essere. Da ricordare anche l’intervista rilasciata alla rivista “Der Spiegel” Ormai solo un dio ci può salvare (1976) in cui il filosofo tedesco risponde alle accuse di adesione al nazismo.

Autore: Martin Heidegger
Titolo: Nietzsche
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo: 28 euro
Pagine: 1034