I 3000 di Auschwitz di Baba Schwartz (Newton Compton 2017). In coincidenza con la celebrazione annuale della Giornata della Memoria, viene pubblicata dalla casa editrice romana l’attesa traduzione italiana di una storia, incredibilmente vera, che ha fatto commuovere e riflettere mezzo mondo.
Siamo nel maggio del 1944 quando le autorità tedesche decidono di deportare nei campi di concentramento ben 300 mila ebrei. Dalla cittadina rurale di Nyirbator nella provincia più orientale dell’Ungheria vengono caricati sui treni destinati ad Auschwitz tutti i tremila ebrei ivi residenti.
Tra i deportati vi è anche una ragazza, quasi sedicenne, l’Autrice del libro, Baba Shwartz. Queste memorie, ricorda l’autrice, le ho scritte e poi messe da parte nel 1991, un quarto di secolo fa. Quando, in seguito alla morte del marito, i figli le chiedono di dare ordine alle centinaia di pagine di appunti accumulatesi, Baba rimane perplessa ma viene convinta a farlo quando un talentuoso scrittore, Robert Hillman, accetta di aiutarla per trasformare quei fogli disordinati nel libro pubblicato. Il testo risente positivamente di questa inconsueta gestazione che ne rafforza l’attrattività sul lettore dal momento che ne scaturisce una narrazione con un tono costantemente misurato ed appassionato, soprattutto nella descrizione di episodi di inaudita scelleratezza.
La prima parte del libro è il ricordo di un’età felice e spensierata, quella dell’infanzia e dell’adolescenza, trascorsa tra i giochi con gli amici nel contesto bucolico e protettivo del suo paese natale. “Non c’è periodo migliore per essere spensierati ed allegri dell’infanzia, quando tutto il mondo ti appare nuovo e luminoso – quando giocare in strada con gli amici, osservare un tramonto, guardare gli uccelli che volano, e mangiare un gelato nella piazza del paese ti emoziona e ti rende felice”. Ma, arrivata la sera, “quando la mamma ci chiamava per la cena, sentivo per un momento salirmi in cuore la tristezza: la giornata era finita. Alle nove in punto, anche i soldati di stanza nella vicina caserma venivano richiamati dal triste suono della tromba. Le note di quella melodia, mescolate al fracasso dei cani, mi mettevano sempre un pò di paura: era come se il mondo fuori diventasse di colpo tetro ed oscuro e il mio cuore si riempiva di un enorme tristezza”.
Una premonizione che le diceva che all’epoca c’era ben altro che giochi e sogni da bambina. Ben presto, infatti, sarà strappata alla realtà sognante dei suoi sedici anni e conoscerà gli orrori del nazismo. Ma, la cosa straordinaria del libro, non c’è mai odio nel ricordo dell’Autrice che in tanta sofferenza non manca mai di tenere accesa la speranza e quella fiducia nell’amore di cui abbiamo ancora bisogno.
Baba Schwartz è nata in Ungheria nel dicembre del 1927. Sopravvissuta all’Olocausto, negli anni Cinquanta è emigrata con la sua famiglia a Melbourne, in Australia, dove vive tuttora. The May Beetles è tradotto da Beatrice Messineo.
Autore: Baba Schwartz
Titolo: I 3000 di Auschwitz
Editore: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 9,90 euro
Pagine: 256