Il cane e la luna (Orecchio acerbo 2015) di Alice Barberini, è la favola dolce di una sensibile autrice. È la magica atmosfera circense che fa da sfondo a questo piccolo volume che racconta con tono lieve e coinvolgente l’attrazione tra un cagnolino e una luna di cartapesta.
A Parigi, nei primi anni del Novecento, un piccolo cane giocoliere vestito come un Pierrot era la principale attrazione di un circo. Il cagnolino dagli occhi dolci si era invaghito di una luna di cartapesta dal sorriso accattivante appena accennato, che osservava incurante chi la guardava. “Come sei bella, luna”. Era solo per la luna e non per il pubblico che assisteva compiaciuto al suo spettacolo, che l’animale inventava funamboliche acrobazie.
Un giorno, però, era giunto il momento di smontare il tendone e il padrone del circo aveva deciso di gettare via la luna. “Buttate quella vecchia luna. Non ci serve più”. Il cagnolino non poteva subire quest’affronto condotto contro la sua innamorata silenziosa. Allora Pierrot dopo aver preso un carretto aveva caricato sopra la luna, abbandonando il campo dove ancora sostava il tendone del circo. Pierrot non aveva una meta precisa, il cielo notturno parigino era nuvoloso e una pioggia gelida cominciava a scendere. Il cane si era riparato in un androne, sentiva freddo e aveva fame, ma non era solo perché c’era la luna a fargli compagnia. Quando la pioggia era cessata, i due fuggitivi avevano sostato di fronte a un negozio la cui insegna diceva “Confiserie et Jouets”. L’innamorato, “triste e stanco”, si era addormentato sul marciapiede. Il giorno dopo, un bambino aveva notato Pierrot e l’aveva portato via con sé. La luna era rimasta da sola ma un uomo molto distinto l’aveva raccolta, mentre borbottava “E tu? Chi ti ha lasciato qui?”.
Il volume, concepito come un film muto con le sue tavole in bianco e nero e con poche pennellate di rosso, è un omaggio a “Le voyage dans la lune” (1902) del regista e illusionista francese Georges Méliès. “Un paio d’anni fa, seduta al mio tavolo di lavoro, provavo una nuova tecnica. Scarabocchiando con la matita, mi venne voglia di disegnare un cane: un piccolo cane con un cappello rosso e un colletto a balze simile alla maschera di Pierrot. Lo ritrassi. Immaginai un tendone del circo alle sue spalle, e senza rendermene conto, avevo già un pezzetto di storia, e la copertina del libro”, così si è espressa in una recente intervista la brava Alice, scrittrice/illustratrice nata nel 1977 a Cesena ma da sempre riminese.
Per comprendere il libro, e gustarlo pienamente, è consigliato soffermarsi sui particolari delle immagini. I sentimenti che esprime il tenero piccolo cane colpiscono chi legge questa tenera favola.
Alice Barberini è un po’ bambina quando ripercorre, con le sue illustrazioni, i colori e i sapori della infanzia riminese: le nebbie, le atmosfere felliniane. Appassionata di cinema e fotografia in bianco e nero, come in un film muto racconta i sentimenti attraverso i gesti dei personaggi e i piccoli dettagli. Ha studiato arte a Ravenna e ha poi lavorato come restauratrice a Firenze. Nel 2007 scopre il mondo dell’illustrazione e cambia ‘mestiere’. Dal 2012 lavora nel Collettivo Nie Wiem, otto illustratrici determinate a diffondere l’arte e l’illustrazione di qualità in giro per il paese. Abita in una piccola casa gialla vicino al fiume, nel suo giardino c’è un cane che corre e due bambini che ridono. Il cane e la luna è il suo primo libro.
Autore: Alice Barberini
Titolo: Il cane e la luna
Editore: Orecchio acerbo
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo: 16,90 euro
Pagine: 84