La fine della storia di Luis Sepúlveda (Guanda 2016). Dopo lo straordinario successo della trilogia delle favole-parabola (Storia di un topo e del topo che diventò suo amico, Storia di un gatto e della gabbianella che gli insegnò a volare, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza), Luis Sepúlveda torna alla vecchia maniera con un romanzo di avventura ambientato tra le vicende politiche e sociali del suo travagliato Paese.
Per l’occasione l’Autore rispolvera un suo già apprezzato personaggio, quel Juan Belmonte, il guerrigliero che nell’”Uomo da torero” dell’ormai lontano 1994, dava la caccia ai nazisti rifugiatisi in America latina all’indomani del secondo conflitto mondiale. Juan Belmonte, affaticato ma soprattutto deluso dall’esito di tante battaglie sostenute, prima fra tutte quella al fianco di Salvador Allende, si è ritirato da tempo in Patagonia insieme alla compagna Veronica ancora sofferente degli esiti delle torture subite all’epoca della dittatura.
L’ex guerrigliero per nessuna ragione al mondo sarebbe tornato in campo, ma i servizi segreti russi gli chiedono un aiuto che non si sente in nessun modo di rifiutare. Si tratta, infatti, di mettere a disposizione tutta la sua nota esperienza e capacità di intervento per sventare un piano ordito da un gruppo di nostalgici di origine cosacca che si propone di liberare dal carcere, ove sta scontando una condanna all’ergastolo per crimini contro l’umanità, Miguel Krassnoff. Uno dei più crudeli torturatori ai tempi della dittatura di Pinochet, ben conosciuto da Belmonte nella famigerata villa Grimaldi, il principale centro di detenzione illegale, tortura ed omicidio degli oppositori politici del regime, il luogo in cui la sua compagna subì le torture che ne segnarono profondamente l’esistenza.
Belmonte si getta con tutte le sue energie in quella che sarà la sua ultima sfida, coinvolgendo il lettore in una serie di straordinarie avventure che hanno come sfondo alcune tra le più significative vicende storiche del Novecento legate, per esempio, alla Russia di Trockij, alla Germania di Hitler e al regime liberticida di Pinochet in Cile. Ne risulta un romanzo pieno di emozioni, al quale è facile prevedere un’ennesima risposta positiva dei lettori.
Luis Sepúlveda è nato in Cile nel 1949 e vive in Spagna, nelle Asturie. I suoi libri sono editi in Italia da Guanda: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Un nome da torero, La frontiera scomparsa, Incontro d’amore in un paese in guerra, Diario di un killer sentimentale, Jacaré, Patagonia Express, Le rose di Atacama, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Raccontare, resistere (con Bruno Arpaia), Il generale e il giudice, Una sporca storia, I peggiori racconti dei fratelli Grim (con Mario Delgado Aparaín), Il potere dei sogni, Cronache dal Cono Sud, La lampada di Aladino, L’ombra di quel che eravamo, Ritratto di gruppo con assenza, Ultime notizie dal Sud, Tutti i racconti, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, Un’idea di felicità (con Carlo Petrini), Trilogia dell’amicizia, L’avventurosa storia dell’uzbeko muto e Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, ricordiamo che Sepúlveda è dottore honoris causa alla Facoltà di Lettere presso l’Università di Urbino, che nel 2014 ha vinto il Premio Chiara alla carriera e nel 2016 il Premio Hemingway per la Letteratura. El fin de la historia è tradotto da Ilide Carmignani.
Autore: Luis Sepúlveda
Titolo: La fine della storia
Editore: Guanda
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 17 euro
Pagine: 208