L’amore travolgente e profondo tra la sofisticata Mrs Aird e la riservata Miss Belivet è il tema centrale di Carol di Patricia Highsmith (Bompiani 2015), ristampato in contemporanea all’uscita nelle sale cinematografiche del film omonimo diretto da Todd Haynes, protagoniste Cate Blanchet e Rooney Mara.
A New York, nella settimana precedente il Natale, alla fine degli anni Quaranta del Novecento, la timida Therese Belivet, diciannovenne apprendista scenografa, stava lavorando come commessa a tempo determinato presso il magazzino Frankenberg. La ragazza, insoddisfatta della sua vita, era fidanzata con Richard, per il quale però non provava un gran trasporto. Il loro era un rapporto usurato che Therese trascinava stancamente. “Era la solita chiamata delle nove di Richard”. Il ragazzo progettava un viaggio a Parigi per entrambi per la prossima estate. “Non c’era niente che le impedisse di accompagnarlo”. A Therese la sua esistenza le sembrava vuota e senza scopo, nella sua vita regnava la solitudine aggravata dal fatto che giorno dopo giorno “vedevi sempre le stesse facce cui sarebbe stato possibile rivolgersi e mai lo si faceva”. Alcuni giorni prima delle festività natalizie mentre la sfiduciata vendeuse si trovava al suo posto di lavoro presso il reparto giocattoli del magazzino Frankenberg, i suoi occhi si erano incontrati con quelli di una signora alta e bionda dalla figura longilinea e aggraziata, avvolta in un’ampia pelliccia di visone. Therese era rimasta catturata dal suo sguardo, persa nel color grigio degli occhi della sconosciuta cliente. Quando la donna le aveva chiesto un consiglio per un acquisto, anche la sua voce ricca e morbida “in un certo senso piena di segreti” aveva stregato Therese. Mentre le due donne parlavano riguardo alla bambola che la signora desiderava acquistare per la figlia, la ragazza era consapevole del fatto che i momenti che passavano erano attimi d’irrevocabile felicità. L’odore cupo e lievemente dolce del profumo di Carol Belivet se ne era andato via insieme a lei e a Therese sembrava di averla già conosciuta. Il fato aveva fatto incontrare due donne di diversa estrazione sociale ed età per le quali era da subito scattata una forte attrazione reciproca.
Nella Postfazione del volume la Highsmith rivela la nascita dell’idea per il romanzo. “Ebbi l’ispirazione per questo libro nel 1948, quando vivevo a New York”. Con l’approssimarsi del Natale, essendo la scrittrice a corto di denaro, aveva accettato un posto di commessa nel reparto giocattoli di un grande magazzino di Manhattan. “Una mattina comparve una bionda signora in pelliccia di visone, la quale sembrava emanare luce”. La donna, servita da Patricia, acquistò una bambola, pagò e se ne andò. “Io mi sentivo strana e come stordita e al tempo stesso insolitamente esaltata, come se avessi avuto una visione”. La sera nel suo appartamento, la futura creatrice di Tom Ripley, aveva buttato giù una trama di circa otto pagine incentrata sull’elegante signora. Era l’intera storia di “The price of Salt”, come “Carol” s’intitolava in origine.
Il romanzo fu pubblicato la prima volta nel 1952 in edizione rilegata con lo pseudonimo Claire Morgan, ma soltanto l’anno successivo con l’edizione economica arrivò il vero successo.
Una puritana e retriva società non poteva accettare una relazione sentimentale tra due donne, una delle quali intrappolata in un matrimonio di convenienza, dove l’essere “diversi” cioè omosessuali, era paragonato a una malattia da curare con sedute di psicoanalisi. Infatti, era difficile comprendere che non poteva esserci immoralità in un’attrazione tra due anime affini che si erano riconosciute una nell’altra, il cui amore “proibito” dava forza e identità a entrambe. Quella di “Carol” è una narrazione che non può lasciare indifferente il lettore, perché mostra il disorientamento di fronte all’amore e che occorre lottare per ciò che potrebbe rendere felici. “Quando finalmente si voltò, si ritrovò a fissare direttamente, ancora una volta quegli occhi grigi”.
Patricia Highsmith era nata a Fort Worth, in Texas, nel 1921; ha trascorso la maggior parte della sua vita in Francia e Svizzera, dove è morta nel 1995. Nel 1955 compare il suo personaggio più famoso, Tom Ripley, protagonista della fortunata serie Il talento di Mr. Ripley, Il sepolto vivo, L’amico americano, Il ragazzo di Tom Ripley e Ripley sott’acqua, che ha ispirato grandi registi come Wim Wenders (L’amico americano), Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley) e Liliana Cavani (Il gioco di Ripley). Nel 1963 la Highsmith si trasferisce definitivamente in Europa, che da sempre riserva ai suoi libri un’accoglienza entusiasta. Tra i suoi romanzi e le sue raccolte di racconti, tutti pubblicati da Bompiani, ricordiamo Vicolo cieco, Quella dolce follia, Il grido della civetta, Diario di Edith, Acque profonde, Delitti bestiali, Urla d’amore, Piccoli racconti di misoginia, Gioco per la vita e La follia delle sirene.
Carol è tradotto da Hilia Brinis.
Autore: Patricia Highsmith
Titolo: Carol
Editore: Bompiani
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 10 euro
Pagine: 284