Felice di volare di Amelia Earhart (Elliot 2015). L’autrice di questo volume è stata una figura “mitica”, un simbolo di coraggio e di spirito di avventura, dell’aviazione femminile. Conseguito, “rara avis” in un settore di attività “maschilista” come quello aeronautico dell’epoca, il brevetto di pilota, nel giro di pochi anni stabilisce ben sedici primati mondiali. Il primo nel 1931, quando, a bordo di un biplano (un Fokker F VII) acquistato con l’aiuto economico della madre, conquista il record di altitudine salendo ad oltre 5mila metri. L’anno successivo compie l’impresa che la farà conoscere in tutto il mondo, compiendo la prima trasvolata dell’Atlantico, da Terranova a Londonderry nell’Irlanda del nord, in poco meno di 15 ore. Nel 1934 stupisce ancora: è la prima donna a sorvolare gli Stati Uniti senza scalo, da Los Angeles a Newark e, successivamente, la prima ad attraversare il Pacifico da Honolulu nelle Haway, fino ad Oakland. La sua fulminante carriera viene spezzata a soli quaranta anni, nel luglio del 1937, per un incidente, ancora avvolto nel mistero, occorsole mentre stava per concludere un’altra grande impresa, la circumnavigazione del globo. Il suo aereo, in volo nei pressi di un atollo del Pacifico, scompare nelle acque e. nonostante l’impiego di un’imponente flotta di mezzi di soccorso messa a disposizione dal Presidente degli USA Roosevelt, non viene ritrovato. Una scomparsa ancora avvolta nel mistero ed oggetto di numerose ipotesi nel corso dei decenni. Secondo una delle ipotesi più accreditate, formulata dai ricercatori dell’International Group for Historic Aircraft Recovery, l’aereo sarebbe precipitato sulla barriera corallina vicina all’isoletta di Nikumaroror ove la Earhart, atterrata in vita, sarebbe morta di stenti. I ricordi della sua vita di pilota ed il racconto delle sconosciute vicende delle pioniere dell’aviazione femminile riempiono le pagine di questo memoir scritto dalla protagonista nel 1932, a soli cinque anni dalla sua tragica fine. Condotto con uno stile scorrevole e pacato (quanta differenza con il suo spirito avventuriero) e meticoloso nella descrizione degli aspetti tecnici, il libro è ben lungi dall’essere una sorta di autocelebrazione. La ricostruzione delle sue imprese eroiche, dalle fasi del suo avvicinamento alla passione del volo fino alla traversata transatlantica, ha, piuttosto, lo scopo di esaltare il ruolo femminile, nella convinzione dell’autrice che “nelle spedizioni future le donne si assumeranno responsabilità sempre maggiori”. Non ci sono attività precluse a noi donne – ribadisce con forza la Earhart – incoraggiando le giovani generazioni “ad inseguire i propri sogni, con piccoli e grandi obiettivi, spostando sempre più in alto l’asticella, oltre le nuvole”.
Amelia Earhart Nata ad Atchison, Kansas, nel 1897, all’età di ventitré anni, a un raduno aeronautico, per la prima volta sale a bordo di un biplano. È in quell’occasione che decide di imparare a volare. Nel 1928 le viene proposto di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico. Nel 1931 stabilisce il record mondiale di altitudine. Nel 1932 è la prima donna a sorvolare gli Stati Uniti senza scalo, da Los Angeles a Newark. Sempre determinata e con l’intento di arrivare dove altri avevano fallito, diventa la prima aviatrice ad attraversare il Pacifico, da Honolulu, nelle Hawaii, fino a Oakland. Nel 1937 il suo aereo scompare mentre è in volo verso un atollo del Pacifico. Nonostante i sessantasei mezzi di soccorso impiegati dal presidente Roosevelt, le ricerche si rivelano inutili e la morte di Amelia diviene leggenda. Nel 2009 è stato realizzato un film su di lei, interpretato da Hilary Swank e Richard Gere. “Felice di volare” è tradotto da Michela Pezzarini.
Autore: Amelia Earhart
Titolo: Felice di volare
Editore: Elliot
Pubblicazione: 2015
Prezzo: 17,50 Euro
Pagine: 180