Lunedì 8 giugno è stato presentato a Roma nella prestigiosa cornice della Galleria Colonna “In un paese di madri” (Feltrinelli, 2009). Primo romanzo per adulti della celebre scrittrice americana A.M. Homes.
Con la scrittrice, considerata una delle voci più interessanti della nuova narrativa americana, è intervenuta Valeria Viganò, scrittrice, traduttrice, editorialista. Di fronte a loro un nutrito numero di persone per un incontro che è stato gradevolissimo da tutti i punti di vista. Dopo i racconti inseriti ne “La sicurezza degli oggetti” e il romanzo per ragazzi, vero e proprio successo negli States, “Jack”, con questo romanzo definisce il rapporto fra Jody Goodman, giovane ventenne alle prime armi nel mondo a luci e ombre del cinema, e Claire Roth, affermata psicologa quarantenne, sposata e con due figli, che da ragazzina, poco più che adolescente, aveva dovuto lasciare una figlia in adozione dopo un parto non voluto.
Con il procedere della terapia, Claire comincia a sospettare qualcosa. Che Jody sia la figlia da cui si separò vent’anni prima? Le sedute cambiano argomento, non si cerca più di comprendere più la situazione affettiva e lavorativa della giovane caduta in una vera e propria crisi per via di una scelta, quella di andare alla scuola di cinema, che non la rende sicura, ma verso la famiglia di Jody e in particolare verso le circostanze della sua adozione. L’equilibrio delle cose, porta contesto e dettagli a coincidere e a sovrapporsi. Date, luoghi, persone. Tutto appare perfetto e plausibile.
Tutti quegli aspetti della vita di Jody che il distacco della professione le permetteva di vedere come innocua o semplice esperienza di vita, improvvisamente la toccano da vicino, le appaiono come terribili minacce per la figlia.
Thriller psicologico dal risvolto avvincente. Un libro intelligente e ben scritto, una storia vera, una storia tipicamente newyorkese. Il rapporto fra una psicoterapeuta e la sua paziente diventa un sentiero, neanche troppo tortuoso, per definire un particolarissimo microcosmo, quello maternoche nei suoi risvolti trova caratteri peculiari come l’ossessività, l’esclusività, la maestà dell’essere madre. C’è un crescendo di ansia e tensione, ma non sono adoperati grandi escamotage narrativi: Claire perde lucidità e sconfina in un territorio pericoloso, morboso, ossessivo, fino a spingere Jody a scappare. Il legame fra le due, però, reale o immaginario che sia, non è facilmente solubile e le due dovranno incontrarsi ancora una volta come se fossero condotte dall’alto, da mani e fili invisibili.
A.M. Homes è nata a Washington D.C. e vive a New York, dove insegna alla Columbia University. È considerata una delle figure più innovative e originali della nuova narrativa americana. Ha ricevuto numerosi premi letterari negli Stati Uniti e collabora regolarmente con molte prestigiose riviste, in particolare “Vanity Fair”, “New Yorker”, “Granta”, “McSweeney’s”, “Art Forum” e “New York Times”. Autrice di racconti, romanzi e saggi, in Italia ha pubblicato con minimum fax: La sicurezza degli oggetti (1990), Cose che bisognerebbe sapere (2003), Jack (2004), La fine di Alice (2005); con Feltrinelli: Los Angeles (Traveller 2004), Questo libro ti salverà la vita (2006), La figlia dell’altra (2007).