Diversamente dai romanzi che lo hanno reso famoso, Umberto Eco ambienta Numero Zero (Bompiani 2015) in anni a noi prossimi rivisitando in un rapido e fantasioso flash back alcuni degli episodi più oscuri della storia del nostro Paese, quelli che vanno dalla fine del secondo conflitto mondiale al 1992. La storia parte, infatti, da una data precisa, il 6 giugno del 1992, per dipanarsi nei mesi di maggio ed aprile di quell’anno. I protagonisti sono sei mediocri giornalisti riuniti in un’improvvisata redazione sotto la guida di uno strano personaggio, Simei. L’incarico affidato è quello di produrre solo i numeri zero di un ipotetico quotidiano , ”Domani”, che, quindi, non andrà mai nelle edicole. Si limiterà, infatti, a confezionare dodici “numeri zero”, uno al mese, che trattino fatti dell’attualità in modo assai difforme dagli altri giornali e, soprattutto, che “creino” notizie e connessioni inquietanti e che riescano – al solo scopo di ricattare politici e poteri “forti” – a far passare per fatti realmente accaduti quelli che sono, invece, il frutto di idee o invenzioni di chi scrive. In definitiva, una vera e propria “macchina del fango” ad uso e consumo di un incognito imprenditore, finanziatore del progetto, che mira ad essere accolto nei circoli influenti della finanza e del potere. Nella redazione spicca la figura di Braggadocio, “personaggio paranoico” che rilegge la storia del nostro Paese negli ultimi cinquanta anni alla luce di un assunto piuttosto bizzarro, mettendo insieme fantasiose ricostruzioni dei non pochi fatti rimasti oscuri e misteriosi che hanno punteggiato le vicende politiche e sociali del nostro Paese prima del 1992 (anno cui, come si è detto, fa riferimento il libro). Secondo il racconto di Braggadocio, Mussolini non sarebbe stato fucilato a Dongo per mano del colonnello Valerio: vittima di quell’episodio cruento sarebbe stato un sosia del dittatore che, tenuto nascosto in Vaticano o in Argentina, avrebbe continuato ad agire nell’ombra ed essere all’origine di tutti i successivi oscuri episodi della vita italiana. L’autore sembra divertirsi un mondo nel ricostruire e collegare in modo convincente la storia di tali accadimenti con un insieme di fatti inspiegabili e distanti fra loro e dei relativi protagonisti: le attività segrete dell’organizzazione “Gladio”, quelle altrettanto misteriose della Loggia P2 di Licio Gelli, la poco chiara morte di Papa Luciani, il terrorismo “rosso” manovrato dai Servizi segreti e le tante altre vicende oscure (stragi, depistaggi, complotti e falsificazioni varie) al centro dell’azione dell’Ufficio Affari riservati del Ministero dell’Interno. Eco, che non rinuncia ad un tono ironico e sarcastico, ci offre un campionario di pessimo giornalismo, di reportages grotteschi, che il lettore non riesce a capire se inventati o ripresi dal vivo. Una lettura paradossale e talora divertente, ma che lascia l’amaro in bocca. Il “messaggio” dell’autore è forte ed attuale e ci invita a riflettere su quanto l’informazione sia in grado di essere deviata, di manipolare l’opinione pubblica, diffondendo dubbi e smarrimento.
Umberto Eco è nato ad Alessandria nel 1932. Semiologo, filosofo, massmediologo, docente universitario con incarichi in Italia e all’estero e scrittore di fama internazionale, è autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e non. Ha esordito nella narrativa nel 1980 con “Il nome della rosa” (Premio Strega 1981), seguito da “Il pendolo di Foucault” nel 1988, “L’isola del giorno prima” (1994), “Baudolino” (2000), “La misteriosa fiamma della regina Loana” (2004) ed “Il cimitero di Praga” ( 2010).
Autore: Umberto Eco
Titolo: Numero Zero
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo: 17,00
Pagine: 218