La scrittrice australiana Colleen McCullough, autrice del bestseller mondiale Uccelli di rovo, è morta il 28 gennaio pomeriggio in un ospedale della piccola isola di Norfolk, nell’oceano tra l’Australia e la Nuova Zelanda, all’età di 77 anni. Nata a Wellington il 1° giugno 1977, la McCullough era diventata cieca a causa di una forma degenerativa maculare, diagnostica nel 2004, e da qualche tempo viveva su una sedia a rotelle. L’annuncio della morte è stato dato dal Sydney Morning Herald. Colleen McCullough, dopo aver terminato gli studi di medicina e aver prestato la sua attività come neurofisiologa presso il Royal North Shore Hospital di Sydney e nel Regno Unito, aveva deciso di diventare ricercatrice negli Stati Uniti, dove si era dedicata all’insegnamento della neurologia alla Yale Medical School di New Haven, Connecticut, per diversi anni. L’autrice dal 1988 viveva sull’isola di Norfolk, abitata da circa duemila persone, in gran parte discendenti dei marinai ammutinati del Bounty, dove aveva sposato Ric Robinson. Membro della New York Academy of Sciences e della American Association for the Advancement of Science, la scrittrice è universalmente ricordata per il romanzo Uccelli di rovo (The Thorn Birds, 1977) pubblicato nello stesso anno in Italia per Bompiani, epica saga di tre generazioni di una famiglia cattolica irlandese, i Cleary, e di un grande amore proibito quello tra la giovane e bella Maggie Cleary e il fascinoso ma ambizioso reverendo Ralph de Bricassart. L’autrice allora una trentanovenne sconosciuta, scrisse la storia, ambientata in uno sterminato allevamento di pecore a Drogheda in Australia, durante la notte lavorando di giorno in una sede universitaria di New York in un reparto di neurologia. Dal bestseller fu tratta una popolare miniserie nel 1983, protagonisti il bello e tormentato Richard Chamberlain e la splendida Rachel Ward che si amano pazzamente ma sono costretti a lasciarsi sullo sfondo dei cieli immensi e della terra polverosa australiana. Uccelli di rovo vendette nel mondo oltre trenta milioni di copie grazie a un racconto appassionante attraverso quasi tutto il Novecento che coinvolge più sentimenti. Non mancava praticamente nulla tra avventura, dramma, amori romantici, questioni di eredità, di religione e di sesso, ecc. per non parlare di una galleria di personaggi ben caratterizzati e quindi indimenticabili. “La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudeli, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l’allodola e l’usignolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride”.
Nel corso degli anni Colleen McCullough scrisse molti altri libri di successo, tra i quali Tim (Tim, 1974) (Bompiani, 1979), L’altro nome dell’amore (An Indecent Obsession, 1981) (Bompiani, 1981), La passione del Dottor Christian (A Creed for the Third Millennium, 1985) (Bompiani, 1986), Le signore di Missolungi (The Ladies of Missalonghi, 1987 – Bompiani, 1988). Citiamo inoltre la saga di Roma antica in sette volumi, tutti pubblicati da Rizzoli: I giorni del potere, I giorni della gloria, I favoriti della fortuna, Le donne di Cesare, Cesare: il genio e la passione, Le Idi di marzo e Cleopatra. Rizzoli ha anche dato alle stampe Il canto di Troia e L’altra parte del mondo. Tra i romanzi più recenti dell’autrice australiana, La morte in più (Too Many Murders, 2009) (Rizzoli, 2010), Come la madre (On, Off, 2006) (Rizzoli, 2006) e L’indipendenza della signorina Bennet (The Independence of Miss Mary Bennet, 2008) (Rizzoli, 2008).