Vita di Tara. L’ultimo romanzo di Graham Joyce.

vitaditaraÈ la sera di Natale e i Martin si accingono a consumare una cena a base di oca e vino italiano, una leggera variazione sul tema per una famiglia inglese che è legata alle abitudini. Inaspettatamente suonano alla porta, e lì fuori compare la figlia Tara. Sarebbe una visita di natalizia come tante se non fosse che Tara è sparita da vent’anni e che, soprattutto, si presenta alla loro porta bella e giovane come quando aveva sedici anni.

Sembra che il tempo non l’abbia toccata, se non fosse per qualche ruga che ogni tanto compare intorno agli occhi e per il suo odore, che adesso sa di foglie, funghi e boccioli.

“Zia Tara ha un odore insolito” dice la piccola Amber, “È olio di patchouli” risponde la madre.

Ma qual è la verità su Tara?

Lo stesso ex fidanzato Richie, l’ultimo ad averla vista prima della scomparsa, non potrebbe giurare su quello che è davvero successo alla ragazza quel giorno negli Outwoods.

È arrivato un uomo a cavallo, così racconta Tara al fratello Peter, un uomo gentile che lei a seguito fino a una casa su un lago, oltre un valico, e lì è restata per sei mesi. Ecco tutto. Sei mesi con gli elfi, torni a casa e non riconosci più nessuno.

Un falso ricordo, stabilisce la sua terapeuta, la fantasia di una donna rapita e forse trattenuta in qualche comunità di tipo religioso.

Vita di Tara si sviluppa così come una detective story dove la componente fantasy è suggerita e continuamente messa in discussione. “Il piccolo popolo”, come lo chiama Peter con ironia e sprezzo non è in realtà tanto piccolo, perché la fantasia di Tara (e di Joyce con lei) disegna un “mondo delle fate” legato alla terra e nutrito da essa (come è nella tradizione inglese) ma che si muove appena parallelo al nostro, nascosto dietro valichi e in osservazione del mondo che cambia.

Una fantasia tutto sommato giustificabile. E dunque dobbiamo seguire, avanti e indietro nel tempo, i ricordi di chi a conosciuto Tara per capire infine qual è la verità che si nasconde dietro la sua apparente giovinezza.

Graham Joyce, sei volte vincitore del British Fantasy Award, costruisce una storia assolutamente british (nei personaggi e nelle ambientazioni), accostando abilmente la normalità con il fantastico: la storia di Tara è per tutti (e anche per noi) così inverosimile proprio perché si svolge dietro l’angolo, negli Outwoods, i tranquilli boschi della tranquilla periferia inglese.

Joyce ha una scrittura pulita e mai sopra le righe, non si perde negli spostamenti narrativi, e dunque non è difficile seguirlo nello svelamento del mistero di Tara. Una lettura consigliata agli amanti del fantasy, giovani e non, che sapranno apprezzare l’originalità di una lettura fuori dalle mode.

 

 

Graham Joyce era scrittore e insegnante. Con i suoi romanzi ha vinto numerosi premi, tra cui il World Fantasy Award nel 2003, il British Fantasy Award (di cui è stato insignito per sei volte) e il Grand Prix de l’Imaginaire. Nel 2000 il suo Indigo è stato inserito nell’elenco dei New York Times Notable Books. Insegna scrittura creativa alla Nottingham Trent University e vive a Leicester con la moglie e i due figli. È venuto a mancare nel 2014 per un linfoma e Vita di Tara è il suo ultimo romanzo.

 

 

Autore: Graham Joyce

Titolo: Vita di Tara

Editore: Gargoyle

Anno di pubblicazione: 2014

Prezzo: 18 euro

Pagine: 368