Nel quinto episodio delle indagini di Ottavio Ponzetti Il dono delle lacrime (Fazi Editore 2014) di Giovanni Ricciardi, “un problema delicato” aveva condotto il commissario insieme al fidato Mario Iannotta in Vaticano. I due poliziotti all’interno di una macchina dai doppi vetri oscurati avevano attraversato Roma dal quartiere Parioli a San Pietro, in perfetto silenzio.
Era difficile dimenticare quella giornata di fine inverno: “L’elicottero che portava Ratzinger a Castel Gandolfo si era sollevato qualche minuto prima, lasciando Roma senza Papa”. L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI si era dimesso da Vescovo di Roma, una decisione improvvisa e rivoluzionaria di “grande importanza per la vita della Chiesa”. Con la sua uscita di scena Ratzinger aveva dato il via a quel Conclave che avrebbe aperto la strada al pontificato di un Papa “venuto dall’altra parte del mondo”. I giornalisti commentavano pezzi di colore, la piazza si stava svuotando e i gabbiani smarriti volteggiavano lungo il Tevere. “Eppure Roma assorbe tutto, anche questo ineluttabile, strano andar del tempo che le impone la Chiesa, e che la rende lenta, pigra, cinicamente assorta, capace di stupirsi per un istante, ma con la vaga coscienza che da qualche parte, tanto tempo fa, tutto questo presente è già accaduto”.
Al termine di una lunga attesa Ponzetti e Iannotta erano stati condotti in una sala all’interno della quale si era alzato il sipario su uno spettacolo al quale Ottavio e Mario non erano preparati. “Un prete giaceva lungo una parete della sala, adagiato in una bara rivestito di un raso prezioso, in contrasto con la tonaca lisa che lo velava dal collo alle spalle. Le mani e il viso erano composti nella rigida quiete della morte”. Un alto prelato “un omone di due metri con una croce d’oro al collo”, aveva chiesto l’aiuto di Ponzetti per indagare sulla morte di don Francesco Pirrone, prete della parrocchia di San Damaso il cui cadavere era stato rinvenuto due giorni prima, a tarda notte, senza vita, riverso nel cortile interno del palazzo della Cancelleria, in pieno centro, a pochi passi da Campo de’ Fiori. Suicidio o omicidio? “Il suicidio di un prete è una notizia troppo ghiotta per i tempi che corrono. Gli sciacalli, in questo momento grave per la Chiesa, anzi, direi, più dentro la Chiesa che fuori… comunque il governo italiano, le ripeto, è informato e condivide, in linea di principio…” Spettava al commissario capire il vero motivo di questo misterioso decesso, un incarico delicato, anche perché Ponzetti conosceva di vista il prete che avrebbe dovuto sposare sua figlia maggiore. Don Pirrone era noto per essere “il prete delle lacrime”, perché la statua della Madonna che si trovava in una nicchia della Basilica di San Damaso “aveva preso a piangere sul principio di febbraio”. Qualcuno aveva cominciato a dire che le lacrime della Madre, in quel tempo e in quella chiesa così vicina ai Sacri Palazzi, “avevano un preciso significato teologico”. Papa Benedetto aveva annunciato le sue dimissioni solo pochi giorni dopo l’inizio del fenomeno. Non poteva essere un caso secondo un gruppetto di tradizionalisti che giuravano che quelle lacrime erano un segno chiaro “indirizzato al Pontefice, che non si scende dal trono, o dalla croce, quando e come si vuole, dissacrando il papato, quasi fosse un mestiere qualunque, da cui si può tranquillamente considerarsi esonerati”.
“Quello che mi interessava questa volta era partire da una figura emblematica, com’è quella del sacerdote. Mi sembra chiaro che da questo presupposto l’ambientazione più affascinante che potessi immaginare era il momento delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, e la non ancora avvenuta elezione di Papa Francesco. Un periodo di sorpresa, di sospensione e di attesa, che sono un po’ gli elementi di questo giallo. Mi sembrava che fra tutte le possibili ambientazioni di cronaca, questa fosse la più ricca di significati simbolici”, ci ha rivelato Giovanni Ricciardi. L’autore è sempre più bravo nell’evocare una Roma senza tempo, che si rivela attraverso le passeggiate diurne e notturne del commissario. Questa volta il compito di Ponzetti è più arduo del solito: Don Pirrone era al centro di una guerra non dichiarata, nella quale gli equilibri erano molto precari. Ma un’agenda Moleskine color lilla contenente lunghe frasi che “sembravano citazioni di libri letti in ordine sparso, pensieri personali annotati di quando in quando, senza date, senza cronologia”, sarebbe stata determinante per la soluzione del caso. “Affacciandomi al balconcino su Piazza Vittorio mi parve di sentire il profumo della primavera e dentro di me l’inquietudine che precede la svolta”.
Giovanni Ricciardi nato a Roma il 20 Maggio del 1965, insegna latino e greco in un liceo della Capitale ed è anche collaboratore del Venerdì di Repubblica. Il suo personaggio, il commissario Ottavio Ponzetti è già stato protagonista dei romanzi I gatti lo sapranno (2008) vincitore del Premio Belgioioso Giallo 2008, Ci saranno altre voci (2009), Il silenzio degli occhi (2011) e Portami a ballare (2012).
Autore: Giovanni Ricciardi
Titolo: Il dono delle lacrime
Editore: Fazi
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 16,50 Euro
Pagine: 350