Nel romanzo La misura della felicità di Gabrielle Zevin (Editrice Nord 2014), i libri sono i protagonisti della storia. A. J. Fikry, giovane uomo di circa 40 anni è il proprietario della libreria “Island books” che si trova ad Alice Island, luogo immaginario del New England. A. J. da quando è morta la sua amata moglie Nic, è diventato cinico, scontroso e burbero, ha perso fiducia nella vita e negli esseri umani e pensa che ormai niente di bello possa più accadergli.
Neanche il suo piccolo mondo composto dai libri, creato alcuni anni prima con Nic, riesce a dargli conforto e consolazione. Gli stessi clienti del negozio si sono diradati per il suo comportamento scontroso “l’intera cittadina l’ha sempre considerato un insensibile snob”. Un giorno Fikry trova seduta sul pavimento della libreria una bimba di circa due anni. “È amichevole, ben vestita e si aspetta – anzi: richiede affetto”. Nel biglietto destinato al proprietario della libreria che accompagna la bambina, si legge: “Questa è Maya: Ha venticinque mesi. È molto intelligente. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri e con persone che si interessino a questo genere di cose. Le voglio un bene immenso, tuttavia non posso più occuparmi di lei. Sono disperata. Grazie. La madre di Maya”. Firky intuisce subito che Maya è una bambina particolare, quasi magica che dimostra subito un trasporto e un’inclinazione speciale per i libri.
Per la piccola la libreria “è il posto più bello del mondo” e la sua postazione preferita è “lo scaffale dei libri illustrati”. “Quando prende un libro, la prima cosa che fa è annusarlo … Se non viene interrotta, riesce a guardare sette libri in una mattina”. Maya scrive recensioni disegnando i giudizi ”una mela significa che il libro è buono. Una fetta di formaggio che ha un odore cattivo. Un autoritratto significa che le piacciono le figure”. La bambina arrivata all’improvviso nella vita di Fikry, riuscirà a restituire all’uomo serenità e gioia di vivere, tanto da essere pronto per un nuovo amore.
All’inizio di ogni capitolo appaiono i commenti (riflessioni sui libri e la letteratura) che il proprietario della libreria appunta per la figlia Maya, utili anche ai lettori. La Zevin con uno stile scorrevole, piacevole e accattivante fa capire il potere salvifico che i libri possono avere e quanto siano importanti in ogni momento della vita. Alla fine del volume l’autrice confida che fin da piccola riceveva dai genitori e dai nonni libri in dono. ”Mia madre mi accompagnava in libreria, così potevo comprare i libri dei miei autori preferiti il giorno stesso dell’uscita”. Forse la qualità di un libro può essere un parametro per misurare la felicità ovvero il piacere che regala leggerlo. Così recita l’insegna della libreria: “Island Books fornitore ufficiale di buona letteratura ad Alice Island dal 1999. Nessun uomo è un’isola; ogni libro è un mondo”.
Articolo di Antonella Stoppini.
Gabrielle Zevin laureata in Lettere a Harvard, da diversi anni ha intrapreso con successo la carriera di scrittrice e autrice cinematografica. Nel 2007, per la sceneggiatura di Conversations with Other Women, il film con Aaron Eckhart e Helena Bonham Carter, è stata nominata agli Independent Spirit Awards, i prestigiosi premi per il cinema indipendente americano. Il romanzo La misura della felicità è tradotto da Mara Dompè ed è entrato nella classifica del New York Times grazie al passaparola dei lettori.
Autore: Gabrielle Zevin
Titolo: La misura della felicità
Editore: Nord
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo: 16 euro
Pagine: 320