È da pochi giorni in libreria edito nella Collana altri EROI Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza di Dacia Maraini (Rizzoli 2013).
L’autrice, una delle più grandi scrittrici contemporanee, si confronta con la vita di Chiara Scifi (Assisi ca. 1193 – 11 agosto 1253), figlia di Favarone di Offreduccio e di Ortolana Fiumi, fondatrice dell’Ordine delle Clarisse dichiarata Santa da Papa Alessandro IV nella Cattedrale di Anagni nel 1255. Chiara nella Assisi del XIII Sec. abbandona gli agi della sua famiglia e sceglie la povertà assoluta. In un’epoca nella quale le donne erano fedeli esecutrici del volere patriarcale, spesso aguzzine delle loro figlie, Chiara è riuscita a evitare questi ostacoli e a imporre la sua volontà, senza gridare né pretendere “con felice lealtà verso se stessa”.
La piccola Chiara ha messo in pratica quello che molte donne avrebbero voluto ma non hanno potuto fare:“conciliare un’adesione formale alle regole misogine disposte dall’alto con una prassi di libertà”. Una Chiara padrona di sé, autonoma nella elaborazione di un pensiero proprio “rivendicatrice di una libertà se non sociale, cosa impossibile per quei tempi, per lo meno psichica e mentale”. Sta qui la grande modernità di Monna Chiara che in queste pagine rivive a distanza di 800 anni con tutta la sua grazia e forza tranquilla.
Signora Maraini, per quale motivo l’epoca lontanissima nella quale visse la Santa forse appare più vicina di quanto pensiamo?
Viviamo in una cultura del mercato in cui tutto si compra e si vende. I valori delle idee e delle persone sono misurate sulla vendibilità. E questo porta al consumismo più sfrenato. Il denaro sembra essere l’ultimo fine dell’uomo. A questo punto recuperare quella che Chiara chiama IL PRIVILEGIO DELLA POVERTÀ è una grande scelta di vita. La povertà imposta può essere una tragedia, mentre la povertà decisa come stile di vita, può costituire uno straordinario progetto di libertà.
Vi sono delle affinità tra la Chiara che visse nel 1200 e la studentessa Chiara Mandalà che vive nel XXI Secolo?
Penso di sì. La studentessa siciliana parla molto del corpo felice, Chiara ha la sensazione che il corpo di oggi come il corpo di allora non sia felice.
“Le donne hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere la fede e costituiscono una forza quotidiana in una società che la porti avanti e la rinnovi. Non riduciamo l’impegno delle donne nella Chiesa, bensì promuoviamo il loro ruolo attivo nella comunità ecclesiale. Se la Chiesa perde le donne, nella sua dimensione totale e reale, la Chiesa rischia la sterilità”. Desidera commentare le parole del Santo Padre?
Sono parole molto belle, importanti che danno un senso alla ricostruzione della Chiesa. Mi sembra che questo Papa abbia voglia di ricostruire la Chiesa, di rimetterla in sesto, vicino alla parola di Cristo. Purché la millenaria forza di conservazione e la volontà di potere della Chiesa glielo permettano.
Papa Bergoglio durante il dialogo/intervista con Eugenio Scalfari ha detto tra le altre cose che Francesco d’Assisi “vagheggiava una Chiesa povera che si prendesse cura degli altri, ricevesse aiuto materiale e lo utilizzasse per sostenere gli altri, con nessuna preoccupazione di se stessa”. Da allora sono trascorsi 800 anni ma “l’ideale d’una Chiesa missionaria e povera rimane più che valida”. Secondo Lei cos’è già cambiato all’interno del Vaticano e della Chiesa con l’era Bergoglio?
Mi sembra che Papa Bergoglio non si limiti a parlare ma stia facendo pulizia. Basta pensare che ha rimesso le mani in quella cosa complicata, ambigua e oscura che sono le banche vaticane. Questo è un segnale realistico. Questa non è retorica. È il segno che il Santo Padre sta facendo sul serio.
Nel nuovo numero di Donne Chiesa Mondo, il mensile femminile dell’Osservatorio Romano, la sceneggiatrice e regista Liliana Cavani nella veste di Chiara d’Assisi immagina di scrivere una lettera a Francesco d’Assisi, nella quale la Santa accusa chi guida l’Ordine in assenza del Santo di tradire “la nostra amatissima sorella Povertà”. Che tipo di rapporto intercorse tra Francesco e Chiara?
Intanto di grande affinità e vicinanza di idee. Idee che non venivano fuori dal capriccio di uno stravagante, ma circolavano per l’Europa e rappresentavano il momento più avanzato del pensiero idealista cristiano. Francesco le ha vissute con coerenza fino in fondo e la stessa cosa ha fatto Chiara. C’erano molti in quell’epoca che si ribellavano alla corruzione della Chiesa, alla caduta di valori e al degrado culturale. Naturalmente un santo, una santa, riesce a portare fino alle estreme conseguenze un sentimento di rivolta, di ribellione e di indignazione. Il comune mortale si ferma a metà, non ha coerenza e la volontà che hanno loro. Per questo vanno visti come modelli e ammirati per il coraggio con cui hanno vissuto le loro idee.
Dacia Maraini è la scrittrice italiana più conosciuta al mondo. Autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in venti Paesi, nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. Tra i suoi romanzi ricordiamo Memorie di una ladra(1971), Bagheria (1993), Voci (1994), Colomba (2004), Il treno dell’ultima notte (2008), La ragazza di via Maqueda (2009), La seduzione dell’altrove (2010) e La grande festa (2011), la raccolta di racconti L’amore rubato (2012). Nel 2011 è stata tra i dieci finalisti del prestigioso Man Brooker Prize. Lo scorso anno ha ricevuto a Venezia, presso il Teatro La Fenice, il Premio Fondazione Il Campiello alla Carriera 2012, in occasione della cinquantesima edizione del premio letterario, con la motivazione “per il contributo che ha dato alla cultura italiana e per il suo impegno civile”.
Autore: Dacia Maraini
Titolo: Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 253
Credits: su concessione del sito “Studio Garamond“.