Da uno dei costituzionalisti più visibili e ascoltati, un’analisi dei mali dell’ultima legislatura, delle tante cose non fatte e che devono essere affrontate perché il Paese possa ripartire. Da aprile 2013 in libreria Romanzo nazionale. L’Italia e gli inganni della politica di Michele Ainis (Baldini Castoldi Dalai editore).
Questa legislatura verrà ricordata come l’ultima della seconda Repubblica. I cambiamenti intervenuti nella sua ultima fase, la fine del berlusconismo, il governo dei tecnici, i successi del grillismo rappresentano una novità dirompente. Anche la «salita in politica» di Monti scompagina il bipolarismo sterile a cui eravamo ormai abituati. Per il resto, molti nomi noti cercano di riciclarsi per non cambiare.
Ma una cosa è certa: non sarà più come prima, perché sia la gravità della crisi economica sia l’esasperazione della gente costringeranno al cambiamento di vecchie logiche. All’indomani delle elezioni, quali che siano i nuovi scenari politici, tutti i nodi delle cose non fatte verranno al pettine: corruzione, conflitti di interesse, costi della politica, riforma elettorale, diritti civili e giustizia. Da qui bisognerà ripartire, per risanare la frattura fra cittadini e istituzioni e soprattutto per far crescere il Paese. Michele Ainis, con ironia e acume fotografa i fallimenti di questi anni ma suggerisce anche idee che possono entrare nell’agenda dell’Italia prossima ventura. In ogni caso la lezione è: ricordiamoci da dove veniamo per non commettere più gli stessi errori.
Michele Ainis è tra i più noti costituzionalisti italiani. Insegna all’università di Roma Tre. Collabora con il «Corriere della sera» e con «l’Espresso». Fra i suoi ultimi volumi:Chiesa padrona (Garzanti 2009); La legge oscura (Laterza 2010); L’assedio (Longanesi 2011); Privilegium (Rizzoli 2012).