In Latte acido (Edizioni della Sera, 2012), Rossella Luongo racconta la storia di Roberto, dalla sua infanzia corrotta a causa dei “giochi” con la nonna all’adolescenza trascinata nella Campania degli anni Novanta, fino all’attrazione per Andrea, il suo migliore amico, che sfocia in un rapporto controverso dai contorni sfuggenti.Non bisogna farsi ingannare dal titolo e dalla copertina (notevole) di questo romanzo. Latte acido, infatti, non è un romanzo sull’infanzia. Anzi, si potrebbe dire che non è solo un romanzo sull’infanzia, o che non lo è abbastanza. Nella storia si individuano – anche grazie alla precisa scansione dei cinque capitoli – dei quadri narrativi ben distinti. Roberto parla della propria infanzia soffermandosi sul rapporto con sua madre ma soprattutto su quello con sua nonna, cariato dalle violenze sessuali che il protagonista è costretto a subire. Allo stesso tempo Roberto racconta del suo trasferimento a Bologna, dove ha rincontrato la sua amica Francesca, di cui non manca di spiegare nel dettaglio indecisioni e incertezze.
La parte più sostanziosa del romanzo è però dedicata alla rievocazione degli anni del liceo. Anni Novanta, Campania, Roberto trascorre le sue giornate assieme al “team” di amici dove spicca Andrea, carismatico e attraente, conturbante e capace di conquistare amore e attenzioni. Nel racconto di quegli anni, il protagonista mostra come il suo rapporto con Andrea si faccia man mano più ambiguo e controverso, assumendo le sembianze di una vera e propria attrazione a senso unico che si tramuta quasi subito in un amore-odio. Andrea sembra non accorgersene, oppure fa finta di niente, continuando a recitare la sua parte di bello e maledetto senza però privarsi dell’attenzione di Roberto.
La Luongo convince quando riesce a tracciare i lineamenti di questa relazione così vaga e enigmatica, aiutandosi con una narrazione focalizzata su Roberto. Ciò che convince meno è la disposizione degli eventi, in un accavallamento temporale che non manca di confondere chi segue l’evolversi della vicenda. Il dialogo tra presente e passato è implicito, rispondente agli sbalzi narrativi operati dal narratore-protagonista che si concentra in maniera disomogenea sugli eventi, dando luogo a buchi e ombre e costringendosi a tornare indietro, attorcigliandosi. Uno degli episodi più felici della narrazione è il racconto della morte del padre di Roberto, che poi viene sotterrato e soffocato dai ricordi liceali, tra maturità, studi, università, Londra e progetti per il futuro.
Tra i blocchi narrativi, quindi, è come se non ci fosse dialogo, se ognuno fosse a se stante. Il racconto dell’infanzia e delle violenze subite a opera della nonna non intervengono nel racconto degli anni del liceo, mentre si riscontra una maggiore permeabilità tra il periodo immediatamente precedente e immediatamente successivo al trasferimento di Roberto a Bologna, dove il protagonista rincontra Francesca e tenta il definitivo distacco dal passato. Come detto, la descrizione del rapporto tra Roberto e Andrea costituisce uno dei punti centrali del romanzo, ma anche uno dei più riusciti. Andrea è disegnato con credibilità, così come è credibile e palpabile la dinamica ambigua dell’amicizia-attrazione, mostrata nei suoi particolari concreti e nei risvolti psicologici. La centralità riservata nella narrazione a questo argomento, però, mette in secondo piano il resto, monopolizzando la scena e l’attenzione e causando quello scollegamento e quell’andatura a blocchi già menzionati.
Riprendendo il discorso iniziale, si può dire che Latte acido non è un romanzo sull’infanzia perché non può e non deve esserlo, dal momento che nella storia raccontata è nel complesso un’altra. Così il ricordo di Roberto bambino è quasi superfluo se lo si osserva alla luce dell’impostazione generale della vicenda, per lo più concentrata a descrivere il Roberto adolescente e giovane adulto, frammentato e in crisi di identità. Con l’intento di coprire nella sua totalità la vita del protagonista, la narrazione diventa una pericolosa coperta corta che, all’occorrenza, copre da un lato e scopre da un altro. Fortunatamente, la brevità del romanzo ne rende meno visibili e meno dannose le conseguenze, lasciando solo il rammarico per una storia che poteva decidere con più fermezza da quale lato mostrarsi.
Rossella Luongo, Avellino 1971. Svolge la professione di avvocato ed è giornalista-pubblicista dal 1995. Ha realizzato un Ebook di racconti dal titolo “Borderline” (Self-publishing, 2011), riprodotto anche su carta in tiratura limitata. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: “Passaggi di piccole cose” (Joker, 2011), “Ipotesi di contrasto”(Giulio Perrone, 2010), “Canti metropolitani” (Samuele, 2009), “La Fata e il Poeta” (Fermenti, 2007). Sito web: www.rossellaluongo.it
Autore: Rossella Luongo
Titolo: Latte acido
Editore: Edizioni della Sera
Pagine:125
Prezzo: 14 euro
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